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Fatture false e truffa su lavori edili mai effettuati: sequestro da 10 milioni a Putignano

Fatture false e truffa su lavori edili mai effettuati: sequestro da 10 milioni a Putignano

 
Isabella Maselli

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Isabella Maselli

Nel mirino una società e tre persone indagate: la frode era stata messa in piedi per utilizzare indebitamente le agevolazioni, come Superbonus e Ecobonus

Lunedì 26 Agosto 2024, 11:25

27 Agosto 2024, 13:25

PUTIGNANO -  Il flusso di denaro movimentato da un 35enne di Putignano ufficialmente disoccupato aveva insospettito gli investigatori, tanto che credevano che quei soldi fossero i proventi illeciti del narcotraffico. È bastato poco per capire che si trattava di truffe molto ben architettate sui bonus edilizi: 10 milioni di euro di crediti fiscali fittizi acquisiti per lavori mai eseguiti su 85 immobili nelle province di Bari, Lecce e Potenza.

E così a poco più di un anno dall’avvio delle indagini, la guardia di finanza e i carabinieri hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo nei confronti della società che avrebbe frodato lo Stato, la Gdg srls di Putignano, in provincia di Bari, notificando al legale rappresentante e amministratore di diritto (il 42enne di origini brasiliane Bruno Ribeiro De Fonseca), agli amministratori di fatto Luca Bianco, 35enne, e Giuseppe Romanazzi, 48enne, e al commercialista 55enne Walter Netti, un avviso di conclusione delle indagini.
Ai primi tre la Procura contesta i reati di truffa aggravata ai danni dello Stato, ricettazione, autoriciclaggio e uso di atti falsi; al commercialista tenutario delle scritture contabili della società edile il reato di favoreggiamento per aver aiutato gli amministratori a eludere le indagini.

L’inchiesta sulla presunte frodi legate a Superbonus ed Ecobonus è partita dall’indagine antimafia sulle ramificazioni del clan Capriati di Bari Vecchia nel Sud-Est barese che a settembre scorso ha portato all’arresto di 65 persone e che attualmente è a processo. Indagando su uno dei presunti pusher di Putignano, Luca Bianco, i militari si sono imbattuti nell’altro suo presunto business: quello dei bonus edilizi. Così hanno ricostruito il circuito fraudolento che graviterebbe intorno alla figura di Bianco e Romanazzi, i quali gestivano la società Gdg (amministrata dal prestanome Ribeiro De Fonseca, comunque secondo gli inquirenti consapevole del raggiro), che avrebbe emesso fatture per lavori edili mai effettuati in danno di ignari contribuenti, creando così i presupposti per la generazione di ingenti crediti fiscali fittizi ottenuti grazie al meccanismo dello sconto in fattura.
Parte dei crediti così ottenuti dalla società sono stati, poi, ceduti ad altre due società di capitali (la Senec Italia srl e la Mgp Petroli srl con sede nelle province di Bari e Venezia), a prezzi notevolmente scontati rispetto al loro valore nominale, e utilizzati in compensazione (attraverso i modelli F24) di debiti di natura tributaria e previdenziale.

L’inchiesta è stata denominata «copia e incolla» perché i gestori di fatto della società, dopo aver ottenuto la sottoscrizione dei proprietari degli immobili sul contratto d’appalto per l’esecuzione dei lavori, avrebbe provveduto a copiarla digitalmente per poi incollarla sulle comunicazioni all’Agenzia delle Entrate e ai Comuni. Tale meccanismo ha visto anche il coinvolgimento di diversi tecnici che hanno asseverato i lavori nonché professionisti contabili che hanno apposto il visto di conformità.
Le intercettazioni hanno rivelato anche il raggiro ai danni di decine di ignari clienti. C’è una telefonata di maggio 2023, per esempio, dalla quale emerge che nonostante i lavori di efficientamento energetico commissionati alla Gdg risultassero ultimati attraverso il deposito al Comune di residenza del cliente dei relativi documenti con firme, poi risultate false, gli stessi in realtà non erano mai stati avviati. «A me il fine lavori già è stato fatto a dicembre con una firma che non ho messo nemmeno io. Stavo cominciando a muovermi perché sentivo puzza di bruciato - dice un cliente - allora io quando sono andato qua al Comune che ho visto i documenti che già tutto finito e non mi hanno portato nemmeno un bullone. dico qua l’ultimo è la Guardia di Finanza, devo andare». E ai clienti che lamentavano i lavori non eseguiti gli indagati sapevano come rispondere: «Ho capito che i clienti stanno addosso, ma i clienti devono anche capire. Una volta che tu hai incassato e porti il materiale, ti fai una chiacchierata con il cliente e gli dici non rompere, perché se rompi li passi pure tu i guai. Cioè voglio dire è gratis, non uscite un euro, rompete pure».

Elementi sufficienti - secondo il gip Alfredo Ferraro - per accogliere la richiesta avanzata nei mesi scorsi dalla pm Silvia Curione di sequestro di quegli oltre 10 milioni di euro monetizzati indebitamente. I militari hanno eseguito il congelamento e successivo sequestro dei crediti d’imposta nel cassetto fiscale della società putignanese (poco più di 5 milioni) e il sequestro di altri beni aziendali e quote fino al raggiungimento della presunta truffa.

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