E’ partito poco fa a Bari il corteo del 'Friday for future', il terzo sciopero globale in difesa del clima, al quale partecipano, secondo gli organizzatori, «alcune migliaia» di persone. «Sono davvero in tanti», sottolineano alcuni agenti della polizia locale che seguono l’evento, «e continuano ad arrivare da ogni parte». Il serpentone colorato, animato soprattutto da studenti ai quali si sono uniti sindacati e associazioni studentesche e ambientaliste, si è mosso dal teatro Petruzzelli e attraverserà le vie del centro passando anche dall’ex Fibronit, fabbrica che produceva materiali edilizi in amianto e che ora, dopo i lavori di bonifica, diventerà un parco urbano. Sui tanti cartelloni con messaggi sulla salvaguardia dell’ambiente, si legge «Il ghiaccio sciolto sì, ma solo nel mio mojito"; «Più panzerotti, meno gasdotti"; e «Life in plastic is not fantastic».
«Emergenza dichiarata, la città ora va cambiata» è però lo slogan scandito da tutti i manifestanti guidati da Giorgia Mira, giovane attivista di Friday for future Bari, che spiega: «Abbiamo voluto dare una impronta 'local' all’evento, perché avevamo bisogno di interfacciarci con la nostra realtà, cercando soluzioni semplici ma realizzabili». «Per noi - evidenzia - è importante che il cittadino non dica 'eccoli quelli che parlano dell’orso polare e del ghiacciaio', ma capiscano che l’Ilva è a pochi chilometri da noi, e che la Xylella è molto vicina a noi». Per questo gli attivisti consegneranno oggi al sindaco di Bari, Antonio Decaro, un documento, nato dal confronto con esperti e con la cittadinanza nel corso di assemblee pubbliche, contenente proposte per migliorare la gestione dei rifiuti, dell’energia, del verde pubblico, e con l’introduzione dell’educazione ambientale nelle scuole.
(VIDEO LUCA TURI)