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«Toc toc ecologico»: Marco Ligabue canta l'emergenza climatica e bussa alle coscienze

«Toc toc ecologico»: Marco Ligabue canta l'emergenza climatica e bussa alle coscienze

 
Bianca Chiriatti

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Bianca Chiriatti

Il cantautore sarà in concerto domani sera, 12 maggio, a Dragonetti, nel Potentino: «La piazza è la mia dimensione, è lì che si accende la scintilla dell'entusiasmo»

Sabato 11 Maggio 2024, 10:49

Parlare di cambiamento climatico in musica, «bussando» alle porte delle coscienze: è l'intento del cantautore Marco Ligabue che ha da poco pubblicato il singolo «Toc Toc Ecologico», in occasione della Giornata Mondiale della Terra. Un brano rock-punk che vuole porre l'accento sull'allarme energetico troppo spesso ignorato, e che Marco presenterà in concerto insieme alla sua band domani, domenica 12 maggio, a Dragonetti (Pz). Il cantautore, fratello minore di Luciano Ligabue, chitarrista ed autore di testi e musiche de i RIO e Little Taver & His Crazy Alligators, nonché terzino sinistro di Nazionale Italiana Cantanti, nel 2020 ha anche scritto un libro, «Salutami tuo fratello», edito da Pendragon, dal quale è nato uno showcase con il conduttore e autore tv emiliano Andrea Barbi che continua a essere replicato in giro per l'Italia.

Questa sua attenzione nei confronti del clima ha radici antiche?

«A casa ho il fotovoltaico, guido un'auto elettrica, a parte i classici gesti come la raccolta differenziata. Tutto si è amplificato da quando sono diventato papà, e il tema lo avevo già affrontato in altri brani. Mi rendevo conto, qualche mese fa mentre scrollavo le notizie sul telefono, che leggevo allarmi come il fatto che il marzo appena trascorso sia stato il più caldo di sempre. Mi ha impressionato, ma ciò che mi turba è che siamo abituati a passare oltre, a soffermarci sulle notizie di gossip, sugli influencer, mentre occorrerebbe maggiore riflessione sulla salute della "casa" che abitiamo. Ho bussato alla mia coscienza e mi sono chiesto se faccio abbastanza, magari una canzone può bussare ad altre coscienze».

Secondo lei i giovani di oggi sono adeguatamente informati e attenti al tema?

«Colgono gli allarmi perché sono all'inizio della loro vita e sanno che è un problema che potrà riguardare il loro futuro. C'è un'opera di sensibilizzazione importante, io stesso da ottobre in poi spero di portare questo progetto nelle scuole. L'ho già fatto occupandomi di legalità, negli istituti di scuola media e superiore, ed è stato un percorso che ha arricchito me in primis. Un bellissimo scambio, e serve farlo, non si può abbassare la guardia. A volte sembra che fino a che non arriviamo al punto di non ritorno, non ci diamo una mossa. Si deve intervenire prima».

Oltre a tante canzoni ha scritto anche un libro durante il lockdown, come si è approcciato al lavoro di scrittura?

«Non era nei miei pensieri: rispetto alla brevità di un brano, la vedevo come un'opera mastodontica. Poi la pandemia ci ha bloccato a casa, dopo anni di concerti in giro non ero abituato, poi la canzone vuole sintesi estrema, slogan, metrica. Ho iniziato a scrivere e mi sono appassionato tantissimo, si sono aperti tanti orizzonti. Però non ho una penna veloce come un professionista, quindi per un prossimo ipotetico libro spero non serva un altro lockdown!»

Musicalmente è in giro da tanti anni, cosa le dà ancora la voglia di esibirsi?

«C'è una cosa che mi differenzia da tanti colleghi: trovo l'estasi musicale nelle piazze. Molti le denigrano, invece io ci trovo quella scintilla che ogni sera mi fa andare sul palco ed entrare sullo 0-0, per usare una metafora calcistica. In piazza viene l'ascoltatore che ti conosce e ti segue, canta le tue canzoni, ma anche quello che si trova lì per caso, ed è per quello che continuo ad avere l'entusiasmo di prendere il furgone e girare».

Che estate la aspetta?

«Molto piena di date, stiamo chiudendo adesso le ultime novità. E poi ci saranno altre canzoni, molte sorprese».

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