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«Idealizzami», l'EP d'esordio del pugliese Went è un ritorno a casa che passa da Londra e Milano

 
Bianca Chiriatti

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Bianca Chiriatti

Il disco arriva sulle piattaforme digitali il 13 marzo: tracce scritte a distanza l'una dall'altra in un processo di decostruzione e ricostruzione di se stesso

Martedì 12 Marzo 2024, 12:08

BARI - Esce il 13 marzo su tutte le piattaforme digitali Idealizzami, EP d’esordio di Went, cantautore e musicista barese classe ’96, di stanza a Milano. Un disco che nasce a Londra e si sviluppa tra Bari e Milano, contestualmente al percorso di vita dell'artista. Ogni traccia rappresenta una tappa diversa alla ricerca del momento presente. «È il risultato di anni di silenzio e di una leggera solitudine alla ricerca di un nuovo posto sicuro. Ogni brano è stato scritto a netta distanza l’uno dall’altro, in un processo di decostruzione e riscoperta di sé stesso. Come in un effetto domino, quest’ultimo porta oggi a misurarsi con i risultati di quegli impedimenti superati e quegli ultimi anni di vita vissuti con la paura di non sentirsi più a casa, passando dalla dipendenza affettiva all’idealizzazione dell’amore e all’importanza della famiglia», così racconta l'autore.

Un titolo criptico, ci racconta quali sono i temi focus di questo Ep? 
«L’ho scelto proprio per dare all’ascoltatore la libertà di associare un genere musicale al sound, seppur non sono un grande amante delle etichette di genere musicale. Ritengo che ogni traccia abbia un sound identitario, in questo caso. Le tracce sono tutte state scritte a netta distanza l’una dall’altra. Era il mio modo di metabolizzare ciò che avevo vissuto e provato, cercando di uscire dall’idealizzazione dell’evento o della persona legata ad esso. I temi focus sono le mie risposte a questi ultimi anni, ai silenzi, agli addi, alla dipendenza emotiva, agli amori idealizzati e alla mia famiglia». 
In che occasioni ha idealizzato qualcosa o qualcuno?
«L’ep è stato scritto tra il 2019 e il 2022, un periodo in cui ho cambiato diverse città. Prima Londra, poi di nuovo Capurso (il paese da cui provengo) e poi Milano. In quegli anni ho metabolizzato di aver idealizzato molti aspetti della mia vita. Avevo idealizzato Londra, per esempio. Ad un certo punto ho pensato potesse essere il mio futuro, infatti la scelta di tornare in Italia è stata molto combattuta. Avevo idealizzato gli amori del passato e, in generale, l’idea dell’amore in sè. Avevo una visione di esso profondamente alterata rispetto alle mie esperienze». 
Pugliese, ma la sua vita e carriera incontrano Londra e Milano: quanto conta per lei il luogo in cui si trova per scrivere qualcosa che la rappresenta?
«Il luogo e la gente intorno a me influenzano molto la mia scrittura. Il clima di Londra mi ha spinto a scrivere testi un po’ più criptici e molto personali. La conseguenza è stata che quei brani sono rimasti nel mio hard disk… e lì rimarranno. Era una scrittura che non sarebbe stata condivisa da un ascoltatore. Milano invece mi ha aiutato ad aprirmi e a scrivere testi in cui magari qualcuno può rivedersi. Londra e Milano sono molto simili. Sono due città “schiacciasassi” e spingono, per forza di cose, ad alimentare la propria introspezione psicologica: impari a farti delle domande e darti delle risposte».  
Chi sono i suoi miti ispiratori musicalmente parlando, e chi le piace invece della scena contemporanea?
«I miei miti sono Bon Iver, Frank Ocean e James Blake. Della scena contemporanea italiana la mia preferita è Emma Nolde. Ha una penna e un gusto incredibile ed è una ventata di aria fresca nel mercato musicale italiano». 
    
C'è una bella produzione in questo disco: chi l'ha aiutata a finalizzare il lavoro e quanto contano queste sinergie? 
«Il gruppo è la chiave di tutto. Il team di produzione è composto da Marco Menchise, Stefano De Vivo, Claudio La Rocca e Giuliano Vozella. Lavorare con loro è stato meraviglioso. Ci conosciamo da molti anni. Lavorare con degli amici ti spinge ad essere molto più emotivo durante il processo. Con Marco sono nate le prime canzoni: si è creata una sinergia bellissima che ci ha aiutato molto a dare un’impronta ad sound che stavamo pensando. Stefano e Claudio hanno curato la seconda fase di produzione, in cui hanno impreziosito il tutto con delle modifiche che hanno dato nuova linfa ai pezzi. Giuliano, che ha curato il mix, ha anche curato la produzione del vocale di tutto l’EP. Lavorare con loro è stato come giocare una partita di calcio con la squadra migliore al mondo: sono stati gli assist man perfetti».  
Progetti imminenti?
«Cercare di vivere la vita godendomi a pieno ogni emozione, soprattutto positive, così da spingermi a scrivere qualcosa di nuovo. Voglio lavorare molto sulla mia scrittura: ci sono un paio di brani già impostati per il post EP, ma l’obiettivo è quello di scrivere qualcosa di nuovo e di diverso dal precedente».
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