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Gag, idiozie e giochi maldestri con Rowan Atkinson superstar di «Man vs. Bee»

 
Marzia Gandolfi

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Marzia Gandolfi

Gag, idiozie e giochi maldestri con Rowan Atkinson superstar di «Man vs. Bee»

Venerdì 08 Luglio 2022, 09:48

Trevor, padre di famiglia divorziato e in ambasce, si improvvisa housesitter durante la vacanza di una giovane coppia ricca e sprezzante. La sua missione è sorvegliare la loro dimora piena di opere d’arte inestimabili e un manoscritto medievale esposto in una biblioteca chiusa con un comando vocale impronunciabile. Poi naturalmente c’è un cane con problemi digestivi da nutrire e una casa domotica da gestire con un manuale illustrato. Tutto è semplice, niente può andare storto ma l’impensabile accade. Un’ape si infila nel soggiorno e spinge Trevor al limite. Il resto lo possiamo immaginare. Le gag si moltiplicano come i danni alla casa che diventa un immenso terreno di gioco per Rowan Atkinson, fedele ai suoi personaggi (Mr. Bean e Johnny English), invariabilmente maldestri, per non dire idioti. Disastro ambulante di un candore toccante e desolante insieme, Trevor non fa eccezione. La specialità dell’attore è il ridicolo, il suo modello Jacques Tati. Come il suo Hulot è eternamente impacciato, quasi muto e perso nel mondo degli adulti di cui non capisce nulla anche se fa di tutto per adattarsi. Ovviamente invano. La struttura narrativa di Man vs Be è inesistente e si limita a inciampare sui guai provocati dall’insetto e complicati da imponderabili fattori esterni. Più che una serie, un film diviso in nove episodi di puro umorismo e orrore (se la vostra idea dell’ordine sconfina nella rigidità ossessiva ma pure se avete una buona flessibilità). Un gioco al massacro regressivo che ricorda gli inseguimenti ‘esplosivi’ di Willy il Coyote. Niente di nuovo sul fronte inglese, ma provate a non ridere quando l’ape del titolo scivola nei pantaloni di Mrs. Atkinson. Se vi punge vaghezza, Man vs Bee è su Netflix.

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