Amata e rivendicata in tutto il mondo, oggi la pizza viene sì celebrata a livello planetario, ma soprattutto in Italia, l’unico paese che può vantare un riconoscimento Unesco come patrimonio immateriale dell’umanità per l’arte del pizzaiolo napoletano. Il «World Pizza Day» è un giorno di festa, ma anche l’occasione utile per snocciolare qualche dato. Il comparto - stima Coldiretti - muove un fatturato di oltre 15 miliardi l’anno, con un’occupazione di circa 100 mila addetti a tempo pieno e altrettanti 100 mila nei fine settimana. Oltre a una considerevole filiera di fornitori di mozzarella, pummarola, farina, olio, lievito, verdure, salumi, formaggi e pesce.
Favorevoli, poi, sono le notizie in merito alla stabilità dei costi di produzione: stabili sono i prezzi di farina e polpa di pomodoro, fatta eccezione per la mozzarella da latte vaccino che vede un aumento del 5% rispetto a un anno fa. «In Italia ci sono 40mila pizzerie, di cui il 10% in Campania, e 15mila attive nell’asporto; numeri importanti per un settore in grande crescita», ha detto Massimo Di Porzio, presidente Fipe Confcommercio Campania, in occasione del varo, a Napoli, dell’Osservatorio socioeconomico della pizza napoletana. L’invito, rivolto ai giovani, è quello di lanciarsi nel comparto, «per trovare lavoro e soddisfare la mancanza di manodopera», ha spiegato Antonio Pace, presidente dei pizzaioli dell’Associazione Verace Pizza Napoletana. Nel nostro Paese il boom si registra anche nelle consegne a domicilio, con un consumo di pizza che, secondo dati del food delivery «Just Eat», ha raggiunto circa 5,12 milioni di chili ordinati, con una media giornaliera di oltre 14mila chili. Le classiche Margherita, Diavola e Capricciosa sono le più richieste.
Il Pizza Day coincide, inoltre, con la ricorrenza di Sant’Antonio Abate, patrono dei fucarazzi e di tutte quelle professioni, pizzaioli e ristoratori in primis, che ai fuochi sono legate. La leggenda narra che Mastro Nicola inventò la pizza, ideando a Napoli nei primi del Cinquecento un disco di pasta di pane condito con la ‘nzogna (lo strutto), pepe, un generoso pugno di formaggio grattugiato e abbondante basilico.
In questa giornata di festa saranno circa 40mila i forni accesi in tutta Italia, con i maestri dell’arte bianca all’opera con i topping e le interpretazioni più disparate, dalle classiche e tradizionali alle più contemporanee. «Stiamo attraversando un momento d’oro per la pizza. Se da un lato la pizza è un fenomeno globale che unisce tutti i continenti – ha osserva il presidente dell’Associazione Verace Pizza Napoletana - d’altro canto questo ha comportato lo sviluppo di gusti ed espressioni diverse che possono disorientare il consumatore e gli addetti ai lavori. In quest’ottica, la nostra associazione rappresenta da 40 anni una sorta di bussola attraverso una rete di oltre 1100 pizzerie in 59 Paesi, tutte accomunate dal rispetto delle antiche pratiche tradizionali su impasto, stesura, cottura e le altre norme presenti nel nostro disciplinare».
La maratona no-stop per raccontare la pizza e il suo valore culturale ha preso il via. In 19 Paesi, tra cui per la prima volta Qatar e Filippine, in questa giornata si renderà omaggio alla pizza, con una diretta internazionale, molto attesa, con gli scienziati della Base Concordia in Antartide. E da questo weekend, infine, si parlerà di pizza anche al Sigep di Rimini che, nella 46sima edizione, per la prima volta, ha aggiunto tra gli spazi espositivi proprio quello dedicato al settore Pizza.
Sorbillo: «Molto più di un semplice cibo, il nostro lavoro è tradizione e sogno»
Parlano i protagonisti. Un mestiere dall’enorme valore sociale ed economico
Il re indiscusso della pizza napoletana, quello che ha fatto della tradizione e della comunicazione mediatica i suoi cavalli di battaglia, parla di questa come «dell’era d’oro della pizza, nonostante la sua antichità e tradizione ultracentenaria»: «Oggi, ancor di più rispetto al passato, è una delle specialità più amate e replicate al mondo - dice Gino Sorbillo -. La pizza non è più soltanto quella napoletana, ma identifica un fenomeno nazionale. Ci sono, infatti, interessanti realtà e interpretazioni in tutto il Paese, che valorizzano il mestiere del pizzaiolo, oggi riconosciuto con premi, dalle guide e dall’amore dei clienti. Il valore sociale ed economico di chi fa questo lavoro è diventato incredibile e questo fa ben sperare per il futuro e per il potere della pizza. Abbiamo fatto tanta strada nei tre secoli di storia della pizza napoletana, certo, ma tanta resta da farne. La pizza mette d’accordo tutti e, attraverso le sue varianti, riesce ad accontentare anche chi non può mangiarla nella sua versione tradizionale. Se prima era esclusivamente cotta nel forno a legna, oggi la vera pizza napoletana può anche essere preparata nei forni a gas o elettrici, perché riconosciuti dal disciplinare e dalle associazioni di categoria. Insomma, è un mondo in evoluzione, in cui la professione di pizzaiolo oggi è di tutto rispetto: viaggia in tutto il mondo, impara le lingue, fa consulenze e porta avanti progetti importanti. Fino a quindici anni fa, credetemi, tutto questo era inimmaginabile», ha raccontato Sorbillo.
«Il Pizza Day è una celebrazione mondiale di gusto, tradizione e cultura italiana. È il giorno in cui un semplice impasto racchiude tradizione, passione e sogni, trasformandosi in un simbolo universale di convivialità e unione –; ha raccontato Alessandro Lo Stocco, maestro della pizza croccante originario di Fondi, in provincia di Latina – la pizza racconta storie di mani che lavorano, forni che ardono e cuori che s’incontrano a tavola. È molto più di un cibo, è patrimonio, creatività e sogni. Festeggiamo questa icona che unisce il mondo, fetta dopo fetta. Buon Pizza Day a tutti! E ricordate: il futuro è croccante».
«Sono molto legato a questa festa perché mio padre, che mi ha insegnato questo mestiere e mi ha trasferito questa grande passione, si chiamava Antonio. Per me è quindi anche una giornata dal grande valore emozionale», ha raccontato Andrea Godi, pluripremiato pizzaiolo pugliese. «Sono felice della bellissima evoluzione che il “mondo pizza” ha avuto in questi anni e sono sicuro che sarà protagonista di un futuro sempre migliore. Siamo riusciti a restituire alla pizza e al nostro mestiere la giusta dignità, rispetto a un passato incerto e faticoso. Buoni festeggiamenti a tutti gli amanti della pizza, quindi. Buon Pizza Day!».