Domenica 07 Settembre 2025 | 00:53

La diatriba della pizza, meglio barese o napoletana? E anche Sorbillo medita lo sbarco a Bari

 
Barbara Politi

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Barbara Politi

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Parla Saverio Loconte (Brasciò): «Sottile è più buona». Ma a Bari pullula di pizzerie napoletane: dopo Errico Porzio anche Sorbillo cerca un posto all'ombra di San Nicola

Domenica 09 Giugno 2024, 09:27

Hanno inaugurato le loro pizzerie nello stesso giorno, il 14 maggio scorso, trasformando Bari in una città della pizza a cielo aperto. In migliaia si sono riversati su Corso Vittorio Emanuele per assaggiare uno spicchio preparato dal seguitissimo Errico Porzio, mentre poco distante l’ampia folla di affezionati alla tradizione barese faceva ore di coda per “Brasciò”, la nuova pizzeria in via Re Manfredi, che offriva tranci sottili e scrocchiarelli. Dunque, da una parte la pizza della tradizione napoletana e, a sole poche centinaia di metri, quella barese nella sua versione sottilissima e croccante, insaporita dal tocco che ha dato il nome all’attività: la brasciola. Nella pizzeria di via Re Manfredi, che vanta la partnership di Molino Casillo, è perfino arrivata Nunzia Caputo, la regina indiscussa delle orecchiette, accorsa per promuovere la pizza “barese” come la più buona. Una sfida non da poco, insomma, che si è giocata a suon di tranci di pizza e birra gratis per tutti. Oggi, a distanza di poche settimane, ecco arrivare l’allettante proposta di Saverio Loconte, patron de “l’Antoine” a Carbonara e fra i soci titolari di “Brasciò”, gestita insieme all’imprenditore Francesco Manzari e al giocatore del Bari Nicola Bellomo. «Incontrare Porzio e proporgli uno scambio di idee, di gusti e di pizze». La pizza che più piace ai baresi che incontra la pizza della vera tradizione napoletana. Che cosa ne penserà Porzio?

Saverio, è un modo per stemperare gli animi intorno alla storica competizione tra cornicione alto e disco sottile?

«In realtà non è una vera competizione, perché la pizza, qualunque essa sia, unisce le persone, semina gioia. È unione, è caposaldo della tavola in qualsiasi momento o ricorrenza».

Si tratta quindi di una goliardica rivalità social?

«La vera competizione sta nell’opporci alla convinzione generalizzata che la pizza napoletana debba essere considerata per forza la più buona. Ultimamente sono arrivati a Bari diversi pizzaioli napoletani che sono delle star dei social. La metà di chi faceva la fila era lì più per fare un selfie che per mangiare un trancio di pizza. Il nostro obiettivo è quello di sponsorizzare la nostra tradizione culinaria (cosa che prima d’ora mai nessuno aveva fatto), che non ha nulla da imparare dagli altri. Siamo a Bari e facciamo la pizza barese».

Capuano, Porzio, e ora forse anche Sorbillo. Pensi sia in atto un’invasione?

«Credo che in un paese democratico come il nostro ognuno di noi debba fare ciò che ritiene opportuno. Sinceramente vedo Porzio, rispetto a Capuano, un po’ più moderato nell’esprimere la propria “napoletanità”. Mi preme sottolineare, comunque, che si tratta di potenze a livello imprenditoriale».

Qual è la vostra proposta a Bari?

«Noi siamo Brasciò. La nostra pizza alla brasciola è conosciuta e apprezzata in tutta la città. Siamo a Barivecchia, il top della baresità in tutte le sue sfaccettature: nel linguaggio, nell’atmosfera. Siamo entusiasti del seguito che stiamo riscontrando: in tanti si riversano nella nostra attività, fra baresi, turisti e chi ci raggiunge anche da lontano. La nostra pizza è sottile e croccante; chi desidera un altro tipo di impasto dovrà rivolgersi a qualcun altro. Non potrebbe andare diversamente: un napoletano non farebbe mai una pizza sottile a mattarello, nemmeno per tutto l’oro del mondo».

I napoletani aprono sedi a Bari, nonostante la diversa cultura della pizza. Tu porteresti la pizza barese a Napoli?

«È un azzardo che merita una controprova. Intanto stiamo lavorando per aprire un’altra sede in Puglia, dopodiché penseremo ad andare fuori regione; chissà, magari proprio in Campania. Una cosa devo dirla. Quando è arrivato Capuano in città ho sentito dire ad alcuni baresi: “Finalmente una pizza seria a Bari”. In quel preciso momento mi sono detto che era necessario cambiare registro e portare avanti la baresità, perché un commento del genere non solo offende le tante pizzerie presenti a Bari, ma tutta la città».

In conclusione…

«Ho invitato Porzio a fare un incontro e uno scambio da dedicare alla città di Bari. Siamo a due passi e, in fondo, noi facciamola stessa cosa che fanno i napoletani: difendere la nostra tradizione. Quindi, no alle guerre. Anche se sottile e croccante è decisamente meglio!».

E anche Sorbillo medita lo sbarco a Bari

L’amore per Napoli e i napoletani, si sa, è grande e diffuso. Ma quando entra in gioco la pizza, allora le autoctonie prendono il sopravvento. Soprattutto quando c’è da difendere la sacrosanta tradizione locale del disco di pasta più amato al mondo, che a Bari, notoriamente, parla una lingua “sottile e croccante”. La simpatica diatriba tra la pizza napoletana e quella barese tiene banco da diverso tempo, ma si è decisamente riscaldata qualche mese fa quando nel capoluogo pugliese è arrivato l’istrionico e solare Vincenzo Capuano con la sua “Jamme Ja”. Ad aprire le danze della napoletanità nel cuore di Bari, a onor del vero, era stata “L’Antica pizzeria Da Michele”, portata da Forcella direttamente su Corso Vittorio Emanuele. Era il 2022 quando vennero pronunciate le fatidiche parole: “Il sapore di Napoli conquisterà i baresi e i turisti”. Morbida, fragrante, facilmente piegabile a libretto, dal sapore caratteristico derivante dal cornicione cresciuto e ben cotto (come da disciplinare), la pizza napoletana è ritornata in pompa magna con un altro maestro d’eccezione: il re indiscusso di TikTok, Errico Porzio. La sede barese, la quattordicesima apertura italiana, ha incuriosito centinaia di cittadini, in fila già un’ora prima dell’apertura. Pura curiosità o passione per la pizza napoletana? Difficile stabilirlo. Fatto sta che, l’invasione napoletana della Puglia sembrerebbe giustificata da un mercato talmente interessante da aver fatto annusare il buon affare perfino a Gino Sorbillo, l’imperatore delle aperture diffuse in Italia e nel mondo. «Bari? Perché no, da mettere in calendario», ha ironizzato al telefono il pizzaiolo più cercato dai vip. Staremo a vedere. Chissà cosa direbbero i baresi se arrivasse in città la tanto amata/odiata pizza all’ananas

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