Tradizionalisti contro salutisti, gli amanti del «fritto è più buono» hanno sfidato quelli del «sì al dolce purché sano». La prova all’ultima zeppola non ha lasciato dubbi: il popolo dei social network ha incoronato regina assoluta quella rigorosamente fritta, complice forse l’antica credenza che voleva San Giuseppe non solo falegname, ma anche friggitore ambulante.
Banco di prova che ha diviso opinioni e palati, un sondaggio della durata di un’Instagram story, sul tema caldo della settimana: zeppola fritta o al forno? Tradizione antica che ha radici sia cristiane che pagane, i dolci in pasta choux ripieni di crema pasticcera e guarniti con amarene sciroppate rendono omaggio a San Giuseppe, padre putativo di Gesù.
Numeri alla mano, c’è chi ha dimostrato di non disdegnare la variante leggera, quella al forno, comunque golosa e irresistibile, che si attesta al 25%. Ma è lo schieramento della versione fritta ad avere la meglio con ben il 75% delle preferenze. Nessun problema a metterci la faccia, a prevalere l’onestà intellettuale in nome del sacro fuoco della zeppola.
Se il dolce cotto al forno oggettivamente non ha nulla da invidiare a quello fritto, il grande dilemma ha stuzzicato il popolo social che, alla fine, ha premiato la tradizione. La sfida social ha visto in prima linea personaggi noti, tra chef, ristoratori, produttori, giornalisti e opinion leaders.
A partire da Luciano Pignataro, caposquadra morale della zeppola classica, che sulla questione non ha avuto dubbi: «La zeppola va mangiata assolutamente fritta! La forma a ciambella ricorda un serpentello (serpula) che si attorciglia su se stesso; è quasi certo che il suo nome derivi da questo», racconta il giornalista e gastronomo nello scritto dedicato a Raffaele Bracale, grande maestro di Napoletanità. In squadra con lui a portare alto l’onore del fritto, anche le chef Alessandra Civilla di “Alex Ristorante Lecce” e Valentina Rizzo de “La Farmacia dei Sani” di Ruffano, Matteo Zecca de “Il Bacino Grande” di Porto Cesareo, Gianmarco Merazzi di “Spiriti Gourmet Lecce”, Alessandro Pascali de “Il Carrettino Lecce”, Giulia Tramis di “Lilith Ristorante” di Vernole, Marta Costa de “Il Gibò” di Gagliano del Capo, Renata Garofano di “Garofano Vini”, Vittoria Seracca di “Castello Monaci”, Mirko Ciaccia Zaccaria proprietario di “Casa Ciaccia” e “Ristorante Porta Nova” a Ostuni, il presidente de “Il Libro Possibile” di Polignano a Mare e Vieste, Gianluca Loliva, la panificatrice de “Il Dolce Forno Striani” di Nardò, Vanessa Striani, e i sommelier Agostino Coppola, Annarita Beltrame e Alessia Moncada. Folta pure la rappresentanza di giornalisti e reporter, tra i votanti per la zeppola fritta: Alessandro Corbelli alias Alessio Belli, Raffaella Meo, Monica Caradonna, Tina Raucci, Grazia Rongo, Viviana Carrone, i fondatori dell’account strategico da 222mila followers “Puglia My Love”.
Supporto al modello “healthy” è arrivato invece dallo chef di “Masseria del Sale”, Michele Belvedere, dal fondatore del “Mercatino del Gusto” di Maglie e di Puglia Expo Michele Bruno, entrambi in testa alla squadra di appartenenza, dal blogger piemontese e Mister Curvy 2022 Dennis Scuderi, dal co-fondatore di “Storie di Puglia”, Tuccino Spinelli, dal giornalista pugliese Kevin Dellino, dallo scrittore Marco Parisi, dall’ambassador del comitato “Le Donne del Balsamico” dell’associazione Ivaci, Chiara Giannuzzi, e dalla giornalista Maria D’Urso.
Voce fuori dal coro e dai sondaggi è quella arrivata da Pesaro Urbino, dove l’oste Luca Zanchetti dell’Osteria Zanchetti di Fossombrone ha lanciato una proposta alternativa per celebrare la festa di tutti i papà: «Un semifreddo alle amarene –; ha detto - una formula certamente più fresca e leggera rispetto alla frittura classica».
Insomma, fritte, al forno o addirittura in modalità semifreddo, la zeppola di San Giuseppe resta un riferimento assoluto della festa nel Mezzogiorno d’Italia e non solo che, in competizione solo digitale, è desiderosa di farsi gustare in tutte le sue eccezionali varianti.