La direzione regionale del Pd ha sciolto stamattina alcuni modi sulle liste: nel Brindisino correrà con i dem il sindaco dimissionario di Mesagne Toni Matarelli, mentre andrà in una civica l’assessore regionale al Bilancio Fabiano Amati. La lista del Barese sarà completata nei prossimi giorni. I componenti della segreteria salentina hanno partecipato collegati per via digitale, perché la federazione parteciperà nelle prossime ore alle esequie della vicesindaca di Melendungno Sonia Petrachi.
Amati: «Qualcuno spieghi il veto su di me»
«È stato detto che il veto è stato messo da Elly Schlein. Chi lo dice? Francesco Boccia. Un veto? E su cosa? Sulle leggi regionali che stanno salvando la vita ai bambini pugliesi e che bisognerebbe applicare in tutta Italia? Le leggi sul Genoma, sulla Sma, sulla Sla, sul carcinoma mammario, sulla diagnosi precoce dei timori al colon, sulla lotta alla fondazione San Raffaele della famiglia Angelucci? Non piacciono queste cose a Elly Schlein? Un veto sul fatto che Antonio Decaro mi chiese di entrare nella giunta Emiliano per pacificare, e io accettai, così da avviarci alle elezioni in concordia? Mi si spieghi il veto». Lo scrive in un post su Facebook l’assessore regionale al Bilancio della Puglia, Fabiano Amati, dopo che questa mattina la direzione regionale del Partito Democratico ha deciso che per l’ultimo posto disponibile nella circoscrizione di Brindisi per la lista del Pd -per le regionali del 23 e 24 novembre- sarà del sindaco di Mesagne Toni Matarrelli.
«Il veto perché Michele Emiliano e tutti quelli che oggi hanno deciso da soli (come i cuochi di Kierkegaard) e senza alcun confronto mi avevano emarginato, anche contro leggi importanti, e io decisi di reagire abbandonando il partito che avevo contribuito a fondare? Fu reazione legittima ad atti arbitrari». «Ma no, non è per questo, dirà qualcuno; 'è perché a Brindisi appoggiasti il sindaco socialista di centrodestrà. Ma perché accadde? Perché Emiliano e gli uomini che all’epoca eseguivano i suoi voleri (oggi tutti scappati anche da lui) emisero - prosegue - una fatwa: 'mai con Amatì «. «Ma è per tutto questo che la segretaria Schlein avrebbe messo il veto? Un veto su di me per colpe altrui? Già i veti sono sbagliati, figuriamoci per fatto altrui. No, non ci credo. Né posso crederci. La verità - conclude Amati - è che si usa la Schlein come capro espiatorio. Nelle prossime ore vi farò sapere la mia scelta»