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Export, la Puglia fattura oltre 5 miliardi

Export, la Puglia fattura oltre 5 miliardi

 
Fabiana Pacella

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Fabiana Pacella

Export, la Puglia fattura oltre 5 miliardi

I dati Ismea dei primi sette mesi del 2022: in pole «olio» (+40%) e vino (+8%). La Basilicata si ferma a 1 miliardo

Mercoledì 26 Ottobre 2022, 08:14

Il made in Italy agroalimentare continua a trainare una grossa fetta dell’economia del Paese, nonostante la crisi, i tempi incerti, i moti ondivaghi dei mercati esteri. Dove tutt’oggi Italia è sinonimo di qualità, bellezza, sostanza, valore. I dati ufficiali forniti dall’Ismea (Istituto Servizi per il Mercato agricolo alimentare) nell’ultimo report «La Bilancia dell’agroalimentare italiano», dicono che, dopo il record registrato nel 2021, quando le esportazioni di prodotti agroalimentari hanno oltrepassato la soglia di 52 miliardi di euro, l’andamento delle spedizioni all’estero è risultato molto positivo anche nei primi sette mesi del 2022, mostrando una crescita del 17,6% su base annua e raggiungendo 34,5 miliardi di euro a luglio 2022. Allo stesso tempo, il forte incremento del valore delle importazioni agroalimentari (+29,2% per 34,9 miliardi di euro), sotto la spinta dei rincari delle commodity agricole, ha riportato la bilancia commerciale agroalimentare in deficit di 381 milioni di euro. Per entrambi i flussi di scambio, l’esito così decisamente positivo risente nella maggior parte dei casi di un “effetto prezzo”, essendo i prodotti esportati e quelli in ingresso cresciuti a tassi molto più consistenti in termini monetari rispetto a quanto osservato per i volumi.

Tiene bene la Puglia, con indicatori di competitività nel settore agroalimentare pari a oltre 5,1 miliardi di euro (quinto posto su scala nazionale) meno la Basilicata, con poco più di un miliardo (16 esimo posto).. In linea generale, se da gennaio a luglio sono stati incassati dalle vendite all’estero introiti per 34,5 miliardi di euro pari ad un incremento del 18% , fino a dicembre il record 2021 potrebbe essere raggiunto e superato.

Crescono anche i flussi in volume dei prodotti per eccellenza più rappresentativi del made in Italy a tavola quali pasta, prodotti da forno come pani e biscotti, spumanti, formaggi freschi e stagionati, prosciutti, pelati e polpe di pomodoro.

Il focus sulla Puglia racconta di moti ondivaghi non già del mercato delle esportazioni ma dei prodotti nello specifico tenendo nella giusta considerazione gli aumenti delle materie prime, due anni di pandemia e le difficoltà che andiamo ad affrontare nell’immediato. La vendita all’estero dell’olio registra, un +40% nei primi sei mesi del 2022, per il vino, un interessante +8 per cento (da 165,6 milioni a 178,9); per pasta e farinacei l’andamento è stato stabile con un -0,6 per cento (da 175,1 milioni a 174,2), mentre il tonfo per frutta e ortaggi racconta un -37,3 per cento (da 227,6 milioni a 142,7). Numeri in linea col quadro generale tracciato da ISMEA secondo cui il comparto della frutta fresca e trasformata segna un lieve decremento dovuto in generale alla flessione di mele, kiwi e nocciole sgusciate.

Riguardo alla vendita all’estero di oli e grassi, la Puglia, con i suoi 123,3 milioni di euro di fatturato, si colloca al sesto posto, preceduta da Toscana Emilia-Romagna, Veneto ,Umbria e Lombardia. Per il vino, la Puglia, con i suoi 178,9 milioni di euro di fatturato, si colloca all’ottavo posto, preceduta da Veneto, Piemonte, Toscana, Trentino-Alto Adige, Emilia Romagna, Lombardia e Abruzzo.

Sul fronte pasta e farinacei la Puglia, con i suoi 174,2 milioni di euro di fatturato, si colloca al quinto posto, preceduta da Emilia Romagna, Campania, Veneto e Lombardia e per frutta e ortaggi è sesta con 142,7 milioni di euro di fatturato, dopo Campania, Emilia Romagna, Lombardia, Trentino e Veneto.

Nei primi posti non compare dunque la Basilicata che scende in classifica rispettivamente, al 16esimo posto per olii e grassi (4milioni 527mila euro), penultima ovvero al ventesimo posto per i vini (2milioni 788mila euro), undicesima per pasta e farinacei (21milioni 299mila euro) e 17esima per frutta e ortaggi (con 5milioni 294mila euro).

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