Il “giorno dopo” il “no” al ricorso al Tar sull’Aia per l’ex Ilva non è, certo, tra i più sereni nella maggioranza di centrosinistra del Comune di Taranto. In realtà, l’ormai prossima presentazione delle liste per le Regionali suggerisce cautela e, quindi, nessuno annuncia “strappi” clamorosi, ma il dato oggettivo del clima è intatto. Ed è stato certificato dai numeri: la mozione dei Cinque Stelle, infatti, ha ottenuto il voto favorevole di due consiglieri della maggioranza (Luca Contrario del Pd e Antonio Lenti di Europa verde) e l’astensione di 2 esponenti del Pd (Enzo Di Gregorio e Virginia Galeandro, che poi hanno hanno comunque sostenuto in aula la controproposta del centrosinistra). E se il consigliere comunale e regionale uscente dei Dem, Di Gregorio, contattato dalla Gazzetta, per il momento, preferisce non rilasciare dichiarazioni, Contrario spiega invece il suo “sì” alla mozione pentastellata nettamente bocciata, nel Consiglio comunale di lunedì scorso, dal centrosinistra e dal centrodestra.
Consigliere Contrario, è stato un errore non votare la mozione del M5s?
«Assolutamente sì. Non dovevamo interrompere quella connessione che, nella scorsa estate, si era creata tra il Comune e una parte importante dell’opinione pubblica che aveva apprezzato il coraggio dimostrato dal sindaco Bitetti nel contrastare proprio quell’Autorizzazione integrata ambientale, che io definisco criminale, e nel respingere al mittente l’ipotesi di far ormeggiare al porto una nave rigassificatrice».
Per tutti gli altri suoi colleghi di maggioranza (eccetto Lenti) che hanno votato la controproposta letta in aula dal vicesindaco Giorno, invece, un eventuale ricorso al Tar avrebbe indebolito il Comune nei confronti del Governo. Che ne pensa?
«Pur rispettando e, in parte, condividendo il testo della maggioranza, penso l’esatto contrario. Con un ricorso al Tar, il Municipio sarebbe stato più forte proprio per richiedere la revisione dell’Aia».
Secondo alcuni legali consultati dal sindaco, però, sarebbe stato difficile se non addirittura impossibile vincere davanti al Tar.
«Non sono un avvocato, ma di certo il ricorso sarebbe stato formalmente ammissibile e, per me, questo bastava per presentarlo».
Nonostante il voto in dissenso dal suo gruppo, resta nel Pd e in maggioranza?
«Certamente sì. Il mio è stato un voto di coscienza, ma condivido il percorso che complessivamente l’Amministrazione comunale sta portando avanti».
Nessuno ha provato, nel Partito democratico, a farle cambiare idea e quindi a farle bocciare l’iniziativa dei Cinque Stelle?
«Ci sono state, politicamente parlando, diverse pressioni, ma non ho ceduto».
E da parte da chi?
«Gli inviti ad allinearmi alla decisione del Pd, se è per questo, mi sono arrivati anche da Bari».