Il Comune di Grottaglie dovrà lasciare il Castello Episcopio e restituirlo alla Diocesi di Taranto. Lo ha stabilito il tribunale civile di Taranto con una sentenza ha stabilito che dal 2012 a oggi l'ente ha sostanzialmente occupato senza titolo l'immobile nel centro storico della città delle ceramiche. È stato il giudice Claudio Casarano, accogliendo la tesi dell'avvocato Salvatore Sibilla che rappresentava l'ente ecclesiastico, a firmare il verdetto con il quale, inoltre, ha condannato il Comune grottagliese a pagare i canoni di affitto per gli anni 2024 e 2025 oltre alle spese legali.
Tutto è cominciato nel lontano 1987 quando l'allora arcivescovo Guglielmo Motolese ha concesso l'uso del Castello Episcopio per 25 anni al Comune in cambio di un affitto annuo pari a circa 11mila euro attuali: il contratto prevedeva inoltre che entro 5 anni l'ente civile portasse a termine dei lavori di restauro. Quando nel 2012 il contratto è scaduto, il Comune ha sostenuto che in realtà il vero scopo dell'accordo fosse quello di ottenere i fondi per il restyling dell'edificio che non era ancora avvenuto per cause non imputabili alle amministrazioni che si erano succedute: l'ente ha quindi ritenuto di non restituire l'immobile fino al compimento dei lavori sostenendo l'esistenza di un tacito rinno per altri 25 anni. A quel punto la Curia ha inviato diverse lettere ufficiali per ottenere la restituzione del Castello fino a quando ha portato la vicenda in tribunale. Dopo alcuni tentativi di sanare consensualmente la situazione finiti senza un accordo, la vicenda è stata sottoposta la giudice che come detto nei giorni scorsi ha emesso la sentenza.
Il magistrato ha evidenziato che da contratto emerge «l’inadempimento alle obbligazioni assunte dal Comune di Grottaglie sotto un duplice profilo»: innanzitutto «per la mancata restituzione dell’immobile alla naturale scadenza contrattuale» e poi «per il mancato completamento delle opere di ristrutturazione dell’immobile entro il termine di cinque anni dalla cessione». Riguardo a quest’ultimo impegno, inoltre, il giudice ha chiarito che la tesi del Comune – e cioè che fin a quando le opere di ristrutturazione del castello non siano ultimate il contratto non può cessare di avere efficacia - non può essere accolta in primo luogo perché è emerso che l’ente si è attivato per reperirli e poi perchè il mancato ottenimento dei fondi non può comportare una proroga implicita della durata del contratto.
Insomma, il Comune deve lasciare l'immobile nel centro storico di Grottaglie deve pagare l'arcidiocesi per gli affitti degli ultimi 20 mesi.