Il Tribunale per i minorenni di Taranto ha condannato cinque ragazzi di età compesa tra i 14 e i 17 anni per una violenta aggressione avvenuta lo scorso gennaio ai danni di un giovane bracciante, di origini straniere: un anno e quattro mesi di carcere per il presunto capo-banda, un anno e due mesi per altri quattro imputati. Rispondono a vario titolo di lesioni personali aggravate dall’odio razziale, resistenza a pubblico ufficiale, vilipendio, violenza privata e violazione del codice della strada. Da maggio scorso sono collocati in comunità e oggi il giudice Federica Furio ha respinto la richiesta di revoca della misura restrittiva. Un altro imputato seguirà la strada del dibattimento e un altro ancora ha ottenuto il beneficio della messa alla prova.
Secondo l’inchiesta, il gruppo ha accerchiato il bracciante, di 26 anni, nella zona delle case-parcheggio del rione Tamburi, trasformandolo in un bersaglio umano: pietre e oggetti contundenti l’hanno colpito al volto e al corpo, procurandogli ferite giudicate guaribili in venti giorni. Poi, a 48 ore da quell'aggressione, gli stessi minori sarebbero tornati a insultare e prendere di mira la vittima, arrivando a lanciare sassi contro la sua abitazione. Quando i carabinieri sono intervenuti per fermare la violenza, i ragazzi - con il volto coperto - hanno cercato di impedire il passaggio dell’auto di servizio, usando i cassonetti della spazzatura come barricate. Alcuni impugnavano spranghe, altri lanciavano pietre contro i militari, tentando con ogni mezzo di ostacolare il riconoscimento e l’arresto. In un secondo episodio, il 30 gennaio, due di loro - incappucciati e armati di bastoni - hanno fermato un’auto guidata da una donna, bloccandola e costringendola ad avanzare lentamente tra insulti e nuove raffiche di sassi. Anche in quel caso, all’arrivo delle forze dell’ordine, la situazione è degenerata in una vera e propria guerriglia urbana.
Il pm Lelio Festa aveva chiesto la condanna a un anno. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Salvatore e Andrea Maggio, Gaetano Vitale, Giuseppe Leoni, Glenda Schirano, Caterina Palumbo e Alcide Passamanti.