Domenica 23 Novembre 2025 | 11:22

False prenotazioni in alberghi di lusso per accumulare punti Payback: processo chiuso a Ginosa con raffica di prescrizioni

False prenotazioni in alberghi di lusso per accumulare punti Payback: processo chiuso a Ginosa con raffica di prescrizioni

 
Alessandra Cannetiello

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Alessandra Cannetiello

False prenotazioni in alberghi di lusso per accumulare punti Payback: processo chiuso a Ginosa con raffica di prescrizioni

L’obiettivo era accaparrarsi i premi, gift card, miglia per volare, vacanze e buoni da spendere nei negozi fisici e online convenzionati

Domenica 23 Novembre 2025, 11:00

Si è chiuso con una raffica di prescrizioni il processo che vedeva undici persone, quasi tutte residenti a Ginosa, accusate di aver effettuato prenotazioni su “Booking.com” per migliaia di euro in soggiorni presso hotel di lusso ed extra lusso poi annullate il giorno dopo per accumulare punti del programma Payback per accaparrarsi i premi in catalogo: gift card, miglia per volare, vacanze e buoni da spendere nei negozi fisici e online convenzionati. Il giudice Elvia Di Roma ha dichiarato nei giorni scorsi il «non doversi procedere» per gli imputati, di cui uno difeso dall’avvocato Francesco Nevoli che rispondevano – a vario titolo – di truffa tentata e consumata e sostituzione di persona, perché i reati nel frattempo sono andati prescritti.

L’inchiesta era partita da una denuncia presentata ai carabinieri di Roma dal rappresentante legale della società «Payback Italia» che dopo alcuni accertamenti informatici aveva notato un accumulo esorbitante di punti maturati da alcuni utilizzatori del servizio. Gli approfondimenti dei militari dell’Arma di Roma avrebbero successivamente consentito di accertare che una madre e i suoi tre figli avevano effettuato 150 prenotazioni alberghiere per un valore di oltre 30mila euro utilizzando 24 carte fidelity, di cui molte intestate a soggetti inesistenti. L’iscrizione al programma Payback può avvenire collegando un nome a un indirizzo e-mail e solo nel caso di inserimento del numero di telefono è necessario che il nominativo sia reale perché, come intuibile, è facilmente verificabile se l’associazione è autentica. Nel caso degli indirizzi di posta elettronica, invece, la procedura per risalire all’identità dell’utente è più complessa. Ecco perché, secondo la Procura, gli imputati erano riusciti a utilizzare nomi fittizi confermando soggiorni per migliaia e anche centinaia di migliaia di euro in strutture da sogno, per poi cancellarle e tenersi i punti e i premi. In un caso sarebbero state fatte 23 prenotazioni del valore totale di 140mila euro. In un altro ancora erano stati riservati 12 pernottamenti per un ammontare di 100mila euro. Naturalmente i soggiorni non venivano mai realmente pagati né utilizzati perché cancellati tempestivamente, giusto il tempo di aumentare il proprio saldo punti Payback. E incassare i premi. La prescrizione, intervenuta nel frattempo, non ha tuttavia consentito di arrivare all’accertamento della verità.

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