Il giorno dopo l’intesa che finalmente libererà Taranto dall’impatto ambientale generato dallo stabilimento siderurgico ex Ilva il ministro per le imprese e il made in Italy Adolfo Urso accetta di rispondere alle domande della Gazzetta.
Ministro Urso, Taranto dice addio al carbone puntando su tre forni elettrici: è da qui che riparte l’ex Ilva dopo decenni di ciclo integrale?
«Sì, riparte da qui: dopo anni di lacerazioni e contrapposizioni, siamo riusciti a ricomporre le parti, nel comune interesse, in un documento che impegna tutti nel percorso da seguire. Non era mai accaduto prima».
La strada per il Polo Dri (il preridotto utilizzato negli altiforni al posto del minerale) sembra più in salita perché servono alte quantità di gas… che fare?
«Nella gara abbiamo preso impegno a fornire, ove richiesto, la quantità di preridotto necessaria ai forni elettrici che gradualmente sostituiranno gli altiforni, in piena continuità produttiva, garantendo sempre una capacità di sei milioni di tonnellate per gli impianti di Taranto. Nell’intesa sottoscritta da tutti gli attori abbiamo previsto di valutare, dopo il 15 settembre - data di scadenza della presentazione delle manifestazioni di interesse - dove saranno localizzati i DRI, sulla base delle effettive richieste del piano industriale che ci sarà sottoposto e, ovviamente, della capacità di approvvigionamento del gas necessario. A quel punto avremo tutti gli elementi per decidere in piena consapevolezza e responsabilità, valutando anche gli impatti occupazionali, che mi auguro siano tenuti in valida considerazione da parte degli enti locali che hanno competenza sull’eventuale approdo della nave rigassificatrice, ove fosse necessaria».
Come valuta la richiesta di compensazioni da parte degli enti locali?
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