Sabato 06 Settembre 2025 | 05:59

Taranto, parla Luigi Abbate: «Non mi ricandido al Comune, sui social troppo odio contro di me»

 
FABIO VENERE

Reporter:

FABIO VENERE

Taranto, parla Luigi Abbate: «Non mi ricandido al Comune, sui social troppo odio contro di me»

L’ex presidente del consiglio alla Gazzetta spiega la sua decisione: «Mi hanno anche augurato di morire di tumore». E poi: «Salvare Melucci mi ha fatto perdere consensi, ma rifarei tutto»

Mercoledì 09 Aprile 2025, 14:57

Luigi Abbate (lista civica “Taranto senza Ilva”), allora si candiderà alle elezioni Amministrative del 25 e 26 maggio?

«No, non mi candido».

Neppure per la carica di consigliere comunale?

«No. C’è troppo odio nei miei confronti. Se lo facessi, sarei sicuramente vittima di una banda di rancorosi, di odiatori seriali e quindi preferisco evitare uno stress simile».

Non è che, invece, ha compiuto questa scelta perché, dopo il suo clamoroso dietrofront che il 19 febbraio 2024 salvò dalla capitolazione l’ex sindaco Melucci, ha ormai dilapidato il suo patrimonio elettorale (5,1 per cento nel 2022)?

«Quella mia decisione ha disorientato il mio elettorato, questo è vero. E, probabilmente, mi ha fatto perdere dei voti ma, detto questo, se volessi potrei almeno competere per un seggio in Consiglio comunale e forse potrei anche farcela».

Ma non vuole. Dica la verità, non è che ora si sta pentendo di aver impedito, nel 2024, lo scioglimento anticipato della massima assise cittadina?

«Assolutamente no, rifarei tutto. Con coraggio ho detto di “no” alle manovre del centrosinistra lungo l’asse Taranto-Bari e mi sono opposto a chi, in quel campo politico, aveva governato per sei anni e mezzo in Municipio con Rinaldo Melucci e cercava goffamente di rifarsi una verginità politica».

“Troppo odio nei miei confronti”, di questo si lamenta. Ma, prima di divenirne alleato, lei stesso ha fatto un’opposizione durissima verso l’ex sindaco di Taranto. Sentire parlare proprio lei di una campagna d’odio ai suoi danni, sinceramente, fa un certo effetto. Per la serie, “chi semina vento, raccoglie tempesta”. Non crede?

«Dal giugno 2022 a febbraio 2024 ho fatto un’opposizione dura, anzi durissima verso Rinaldo Melucci. È vero anche questo. Ma non gli ho mai augurato, né a lui e neppure a un suo parente, di morire a causa di un tumore. Tutto questo, invece, è avvenuto nei miei confronti. Sui social mi hanno augurato di fare la fine di mio padre, deceduto per una patologia oncologica. Accetto tutto, accetto la critica più aspra e il dissenso più forte nei miei confronti, ma mi sottraggo da una campagna elettorale in cui gli odiatori seriali potrebbero colpirmi ancora. Su di me, hanno detto tante cattiverie».

Ne indichi una.

«Hanno detto che facevo i viaggi, in giro per l’Italia e per l’Europa, grazie all’indennità ricevuta dal Comune per il mio ruolo in Consiglio. Ma se li faccio da vent’anni! È il mio hobby di cui, sino a prova contraria, non devo dare conto ad alcuno soprattutto visto che ho iniziato a viaggiare molto, ma molto, prima del mio impegno in politica».

A proposito, ha chiuso con la politica?

«No. Prossimamente, con alcuni esponenti civici di diverse città italiane, definiremo un progetto politico nazionale».

Nazionale?

«Sì, proprio così».

E nell’attesa che ciò si realizzi, che farà?

«Ho già ripreso l’attività giornalistica con la mia società di comunicazione».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)