Stefania Baldassari è attualmente vice direttrice della casa circondariale di Bari e non ha subito alcuna revoca. È quanto scrive in una missiva alla Gazzetta l'avvocato della dirigente, Emidio Attavilla, dopo l'articolo sulla nuova sospensione comminata dal Dap e sulla richiesta di rinvio a giudizio per truffa. Nella sua lettera, il legale, sostiene che la Gazzetta abbia riportato «fatti non veritieri e comunque fuorvianti incidenti sulla immagine e decoro della mia assistita» evidenziando i rapporti che la Dott.ssa Baldassari ebbe con il gruppo guidato da Michele Cicala e del supporto che quest’ultimo avrebbe fornito alla campagna elettorale nelle amministrative del 2017 «lasciando intendere al lettore che il provvedimento disciplinare a carico della medesima Baldassari sarebbe stato applicato in ragione di tali rapporti». Secondo l'avvocato Attavilla «ciò appare assolutamente inesatto, rilevato che, se pur è accertato che la Dott.ssa Baldassari è stata oggetto di indagini, in ordine a tali rapporti, come più volte riportato da Codesta testata giornalistica… è altrettanto vero che, proprio per essi, il gip presso il Tribunale di Lecce, Dott. Zizzari in data 04.01.2024, su espressa richiesta del pubblico ministero Dda ha emesso un provvedimento di archiviazione del procedimento».
LA RISPOSTA Nella lunga lettera inviata dall'avvocato Emidio Attavilla alla Gazzetta, nemmeno in un passaggio si sostiene che la notizia della sospensione disposta dal Dap o della richiesta di rinvio a giudizio siano false o errate o fuorvianti. Semplicemente perchè sono vere. La Gazzetta si è limitata a riportare quanto contenuto nei documenti del caso che citano i rapporti con il gruppo Cicala e la gestione casalinga del carcere. Sull'esistenza di un patto illecito per le amministrative 2017 è proprio la Dda di Lecce nella sua richiesta di archiviazione a spiegare che non si tratta di un “voto di scambio politico mafioso” ma di corruzione elettorale: l’atteggiamento della Baldassari, secondo l'Antimafia, nei rapporti con Cicala è una «messa in disponibilità». Fatti che la Gazzetta ha già raccontato a dicembre 2023 e mai oggetto né di smentita né tantomeno di rettifica.