TARANTO - Un intervento del servizio di Medicina Iperbarica del Centro Ospedaliero Militare di Taranto nella notte tra il 5 e il 6 gennaio 2025 per una famiglia della Bat. Il Centro è stato allertato dal Pronto Soccorso dell’Ospedale Civile “Valle d’Itria” di Martina Franca per una famiglia composta da padre, madre e figlio di 9 anni, arrivata in ospedale per avvelenamento domestico da monossido di carbonio. Giunti al Pronto Soccorso dopo la tempestiva diagnosi e le prime cure, è stato attivato dai sanitari del reparto il team del nosocomio militare, reperibile 24 ore per tutti i giorni dell’anno, composto da personale sanitario, subacqueo e tecnico della Marina Militare che ha consentito in tempi rapidi l’invio dei pazienti a Taranto per l’effettuazione di un primo trattamento in camera iperbarica.
Alle prime cure nell'impianto iperbarico è seguito un secondo trattamento nel pomeriggio successivo per scongiurare la cosiddetta “sindrome postintervallare” che può presentarsi anche a distanza di giorni o settimane dall’avvelenamento.
La camera iperbarica dell’Ospedale Militare di Taranto assicura un servizio continuativo per emergenze/urgenze che si estende per le 24 ore per tutti i giorni dell’anno.
«L'utilizzo di rilevatori ambientali di monossido di carbonio, del costo di poche decine di euro, che una normativa recente ha reso obbligatorio per le strutture recettive alberghiere dotate di sistemi di riscaldamento a combustione, dovrebbe essere promosso e diffuso anche per l’uso domestico - ha evidenziato il Capitano di Vascello Fiorenzo Fracasso, medico Anestesista e Capo del Servizio Medicina Iperbarica del Centro Ospedaliero Militare di Taranto -, e questo è un parere condiviso dai medici iperbarici afferenti alle principali Società Scientifiche Nazionali di riferimento».