Sulla carta risultava al lavoro anche quando era fuori Taranto l’ex direttrice del carcere di Taranto Stefania Baldassari. È quanto emerge dalle carte dell’inchiesta della Guardia di Finanza che nei giorni scorsi ha portato alla sua interdizione per 12 mesi per l’accusa di truffa e falso. Nell’ordinanza di custodia cautelare infatti, il gip Gianna Martino evidenzia una «sistematica e non occasionale falsa attestazione dell’attività lavorativa svolta» e cita tra i diversi accertamenti fatti dalle fiamme gialle, guidate all’epoca dal colonnello Valerio Bovenga, la giornata del 7 marzo 2020: stando a quanto risulta dagli orari di lavoro, Baldassari avrebbe svolto attività nel carcere di Taranto, dalle 9 alle 14, ma per gli investigatori, coordinati all’epoca dal pm Milto De Nozza della Dda di Lecce, in realtà la donna si trovava ben lontana dall’istituto “Carmelo Magli”: dal 5 al 7 marzo 2020, secondo l’accusa, la donna avrebbe alloggiato presso un hotel in provincia di Foggia. «L’ingresso e l’uscita non risultano rilevati tramite badge, ma risultano inseriti manualmente a sistema» spiegano gli inquirenti che citano un messaggio inviato il giorno successivo con cui la ex direttrice chiede a una sua collaboratrice «di essere segnata al lavoro il giorno precedente con orario 9.30 – 14 con la causale “per coronavirus”».
In riferimento a questo e ad altri episodi, il gip Martino parla di «inclinazione dell’indagata alla persecuzione dei propri interessi personali, anche in violazione delle basilari regole della convivenza civile»...