TARANTO - Ex Isolaverde, il triste conto alla rovescia sta ormai per concludersi. E così, martedì prossimo 30 aprile, 97 lavoratori diventeranno disoccupati. Il progetto denominato «Green passage» che prevede interventi di cosiddetta bonifica leggera e la rimozione di rifiuti ingombranti in venti aree verdi cittadine, non ha più risorse finanziarie per proseguire. E così, per una coincidenza davvero beffarda, perderanno il lavoro nel giorno in cui viene festeggiato (1 maggio).
Per la cronaca, questi lavoratori provenienti dalla società partecipata della Provincia (fallita nel 2015), Taranto Isolaverde, negli ultimi due anni sono stati assunti con un contratto a tempo determinato da Kyma servizi ovvero dall’ex Infrataras che è una società interamente controllata dal Comune di Taranto. Che, su impulso prima dell’ex sindaco Stefàno e poi di Melucci, era andato in soccorso dell’Amministrazione provinciale occupandosi di una vertenza difficile e che si è poi protratta per diversi anni.
E così questi operatori sono stati impiegati prima in un progetto biennale denominato «Verde amico» e successivamente in Green passage che, con ruoli e risorse diversi, ha visto la collaborazione tra il ministero dell’Ambiente, la Regione Puglia e lo stesso Municipio.
Nei giorni scorsi, il consigliere comunale e regionale di Forza Italia, Massimiliano Di Cuia, ha posto la questione a Palazzo di Città sottolineando che «oltre al dramma sociale per queste famiglie, il nostro territorio perderebbe i servizi che loro hanno garantito migliorando la situazione ambientale di parti importanti del nostro territorio». Dal canto suo, il vicesindaco Gianni Azzaro si sintonizza sulla stessa lunghezza d’onda e concorda con il forzista sulla necessità «di verificare la possibilità che, per risolvere questa situazione, possa essere coinvolto il commissario governativo per le bonifiche, Vito Felice Uricchio». Ma sul ruolo del Comune di Taranto che, attraverso la partecipata Kyma servizi ha coordinato gli ultimi progetti dei 97 ex Isolaverde, Azzaro taglia corto: «Il punto – afferma – non è quello di essere a sostegno di questi lavoratori che hanno, peraltro, ben operato ma è quello delle risorse finanziarie per proseguire. Che, al momento, non ci sono».