Domenica 07 Settembre 2025 | 21:02

Lavoratori ex Isolaverde: da maggio 97 disoccupati a Taranto

 
Fabio Venere

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Fabio Venere

Lavoratori ex Isolaverde: da maggio 97 disoccupati a Taranto

Negli ultimi due anni impiegati nelle bonifiche. I sindacati: «Precari dal 2013, situazione angosciante e inaccettabile»

Venerdì 12 Aprile 2024, 12:16

TARANTO - Ex Isolaverde, dal 2 maggio, tutti i 97 lavoratori saranno disoccupati. Il prossimo 30 aprile, infatti, scade improrogabilmente il progetto denominato “Green Passage” visto che la Regione Puglia (attraverso la Task force per l’occupazione) aveva già fatto sapere di dover chiudere i rubinetti. E lo stop alle risorse finanziarie regionali (ampiamente annunciato e previsto), di fatto, pone fine al progetto di bonifiche ambientali e di rimozione di grandi rifiuti ingombranti in venti aree cittadine tra cui il Parco Cimino.

In effetti, pur provenendo da una società partecipata della Provincia poi dichiarata fallita (Taranto Isolaverde), dal 2015 in poi questi operai sono stati inseriti in diversi progetti attuati dal Comune di Taranto attraverso la sua società Infrataras, ora denominata Kyma Servizi. Inizialmente, infatti, si sono occupati della verifica delle caldaie, poi sempre di piccole bonifiche con interventi finanziati dal ministero dell’Ambiente prima e dalla Regione poi (Verde amico e infine Green passage). Ora, però, per loro non sembra davvero esserci altra strada se non quella della Naspi che, peraltro, «avendo lavorato continuativamente solo negli ultimi due anni, non potrà superare gli undici mesi e avrà un importo a scalare», precisa alla Gazzetta Paola Fresi, segretaria della Filcams Cgil. Che, insieme a Carmelo Sasso (Uil Trasporti) e a Luigi Spinzi (Fisascat Cisl), sta seguendo questa vertenza e ha partecipato alla riunione di qualche giorno fa con la direzione di Kyma servizi.

«Il Comune di Taranto – denuncia la sindacalista – non può affermare, così come invece ha fatto il suo rappresentante, che ci sarebbe un progetto per impiegare nuovamente questi lavoratori, ma che non ci sarebbero i finanziamenti per attuarlo. No, non può». Fresi insiste: «Da due anni, infatti, si sapeva benissimo che Green passage non sarebbe stato prorogato e, dunque, ci si poteva decisamente muoversi prima. Nelle settimane, nei mesi terribili per l’indotto comunale (pulizie, servizi vari) successivi alla dichiarazione di dissesto del 2007, i sindacati – ricorda la segretaria della Filcams Cgil – riuscirono a trovare una soluzione occupazionale per diverse centinaia di lavoratori e questo avvenne grazie all’impegno dell’ex commissario Blonda, dell’ex prefetto Alecci e dell’ex sindaco Stefàno. In questo caso, purtroppo, non c’è – sentenzia amaramente Fresi – volontà politica per risolvere questo grave problema che riguarda quasi 100 famiglie».

Le possibili soluzioni per la segretaria generale della Filcams potrebbero passare dagli oltre 800 milioni di euro che saranno disponibili per il capoluogo ionico nell’ambito del “Just transition fund”, ma a patto che «vengano presentati dei progetti» oppure da un intervento del nuovo commissario per le bonifiche, Vito Felice Uricchio, «che pare – riferisce la sindacalista – possa essere coinvolto in questa vicenda, anche se nel merito non so nulla di più».

In conclusione, Fresi spera che «il Comune possa intervenire dando continuità occupazionale a dei lavoratori che comunque hanno svolto dei servizi e delle attività per migliorare il territorio dal punto di vista ambientale» e chiama in causa anche la Provincia da cui provengono «per inserirli in progetti di manutenzione di strade o scuole».

E, infine, in una nota stampa, oltre a Fresi, anche Spinzi della Cisl e Sasso della Uil Trasporti avvertono: «Non accetteremo nessuna enunciazione creativa ma solo impegni seri per chi, dal 2013, vive perennemente con una sensazione angosciante di precarietà».

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