TARANTO - Caos in Comune. Tutto ha inizio nel primo pomeriggio di ieri quando il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, «licenzia» dalla giunta comunale Francesca Viggiano e trasferisce la delega all’Ambiente alla neoconsigliera di Italia Viva, Angelica Lussoso. La nomina di Gianni Azzaro (Partito democratico) a vicesindaco al posto del tecnico Manzulli non serve, evidentemente, a calmare le acque agitate in casa Dem.
Il «cartellino rosso» esposto da Melucci nei confronti di Viggiano (che del Pd è vicepresidente regionale) scatena la reazione politica del partito. Che, in un documento firmato dai vertici regionali dei Dem (Domenico De Santis), dei Cinque Stelle (Leonardo Donno) e di «Con» (Michele Boccardi) osservano: «Siamo disorientati, purtroppo, dalle periodiche rivisitazioni del suo governo, vorremmo intraprendere scelte che garantiscano stabilità a questa comunità che attraversa momenti e decisioni critiche. Lo dobbiamo ai cittadini. Confermeremo di conseguenza l’appoggio esterno a questa Amministrazione fino a quando - scrivono De Santis, Donno e Boccardi - saranno proposti provvedimenti utili alla città di Taranto e nella attesa che la condivisione delle iniziative politiche e delle scelte amministrative torni ad ispirare azione».
Tanto per essere più chiari, a questo punto, non resta che attendere se gli assessori di questi partiti e movimenti politici partendo soprattutto da quelli del Pd (Gianni Azzaro e Mattia Giorno) rassegneranno effettivamente le dimissioni dall’incarico assessorile o se invece rimarranno al loro posto. In questo caso, però, potrebbero muoversi autonomamente rispetto ai confini del partito, mettendosene evidentemente al di fuori. Analogamente, a questo punto, dovrebbero (in linea teorica) fare altrettanto gli assessori in quota al movimento «emilianista» (Gabriella Ficocelli ai Servizi sociali) e ai Cinque Stelle (Mary Luppino).
Il «rimpasto» di giunta targato Melucci, in sintesi, rappresenta in maniera plastica la marcia di avvicinamento del primo cittadino verso Italia viva di Renzi. Che, in Consiglio comunale, passa da 4 a 6 seggi in virtù della recente adesione dei consiglieri «fedelissimi» dello stesso primo cittadino. Il sindaco, invece, dal canto suo, aderirà ai «renziani» entro febbraio e comunque prima delle Europee del prossimo 9 giugno 2024.