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Ex Ilva, addio al sostegno al reddito per i 1.600 operai in amministrazione straordinaria

 
giacomo rizzo

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giacomo rizzo

Ex Ilva, addio al sostegno al reddito per i 1.600 operai in amministrazione straordinaria

Bocciato l’emendamento al Dl Asset a firma del senatore 5 stelle Turco

Sabato 30 Settembre 2023, 10:28

C’è una platea di lavoratori spesso dimenticata. Sono oltre 1600 gli operai rimasti alle dipendenze di Ilva in amministrazione straordinaria, da 5 anni in cassa integrazione e rimasti in un limbo. L’accordo sindacale del 6 settembre 2018, che prevedeva il loro rientro in azienda a fine piano, è stato poi modificato nel marzo 2020 e del loro destino non c’è più traccia.

In Senato la maggioranza ha bocciato in Commissione l'impianto emendativo al Dl Asset a firma del senatore tarantino Mario Turco, vice presidente del Movimento Cinque Stelle ed ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio, volto a sostenere il reddito dei lavoratori ex Ilva in As. «Questa notizia - commenta Turco - non ci coglie certo di sorpresa, poiché tale maggioranza abbiamo imparato a conoscerla molto bene. Il Movimento 5 Stelle continuerà a difendere il diritto al reddito dei lavoratori in questione, ripresentando gli emendamenti al Dl Asset la prossima settimana, quando il testo passerà alla Camera. Si confida in un passo indietro da parte delle forze di maggioranza e del Governo, affinché vi sia un reale sostegno a 1600 famiglie anche dai deputati di centrodestra, che promisero un futuro ai lavoratori ex Ilva in As».

Gli emendamenti, che al momento hanno trovato uno sbarramento, chiedono da un lato di modificare la norma sui lavori usuranti, consentendo di riconoscere tale fattispecie anche ai lavoratori appartenenti al settore siderurgico a ciclo continuo e permettere loro l'accesso al trattamento pensionistico anticipato. Inoltre, si chiede di consentire ai lavoratori di imprese in amministrazione straordinaria con almeno mille dipendenti, quindi in particolar modo quelli del siderurgico di Taranto, di poter accedere al Fondo di garanzia per il pagamento del Tfr. Infine, gli emendamenti bocciati sollecitano il Parlamento ad autorizzare una spesa di 10 milioni di euro per gli anni 2024, 2025 e 2026, per finanziare specifici percorsi finalizzati alla riqualificazione e al reinserimento nel mondo del lavoro dei dipendenti impiegati presso gli stabilimenti produttivi del gruppo Ilva.

«Tutte le proposte menzionate contenute negli emendamenti - rammenta Turco - sono frutto delle rivendicazioni avanzate dagli stessi lavoratori in occasione di un'assemblea pubblica organizzata di recente alla presenza di tutti i parlamentari locali, che hanno pubblicamente condiviso e manifestato l'interesse a sostenerle a tutela del futuro di circa 1600 famiglie, che rischiano di restare senza reddito».

«Siamo in costante contatto - osserva Michele Altamura dell’Usb - anche con gli altri parlamentari presenti alla nostra assemblea del 16 settembre scorso. Tutti, Ubaldo Pagano (Pd), Dario Iaia (Fratelli d’Italia) e Vito De Palma (Forza Italia), stanno lavorando alla preparazione di emendamenti che assorbano le richieste fatte dalla nostra organizzazione sindacale per i lavoratori ex Ilva e non solo. Prima di tutte, quella per la riconferma dell’integrazione salariale con il nuovo sistema di calcolo per i lavoratori ex Ilva in As, nella speranza che il prossimo anno venga estesa anche ai dipendenti AdI. Anche la senatrice Vita Maria Nocco (FdI), pur non essendo presente all’incontro, ci ha raggiunto telefonicamente, garantendo pieno sostegno ai lavoratori».

Per l’Usb è importante «aver messo allo stesso tavolo parlamentari di diversi colori politici per un impegno bipartisan su un tema che non può che mettere tutti d’accordo».

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