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Ex Ilva di Taranto, gli ambientalisti mobilitati contro lo scudo penale

Ex Ilva di Taranto, gli ambientalisti mobilitati contro lo scudo penale

 
Redazione online

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Taranto, l'ex Ilva allo Stato? Per gli ambientalisti non è la soluzione

L'ex Ilva di Taranto

Il coordinamento, a cui hanno aderito finora 14 associazioni, ha organizzato per il 17 gennaio un sit in sotto la prefettura. Anche il Pd contro il Governo: «Rinsavisca»

Mercoledì 11 Gennaio 2023, 12:40

12:48

TARANTO - Il mondo ambientalista si ricompatta per dire «No» all’immunità penale in favore dell’ex Ilva reintrodotta dal Governo con il decreto legge del 5 gennaio scorso.

Martedì 17 gennaio, alle ore 10, dinanzi alla Prefettura, ci sarà un presidio organizzato da una quindicina di associazioni e movimenti, durante il quale una delegazione chiederà di essere ricevuta dal Prefetto per consegnare un documento «che - spiega una nota - motiva l’opposizione alla norma salva-Ilva e all’ipotesi di nuovo rigassificatore galleggiante e avanzerà la richiesta di partecipazione democratica alla progettazione della transizione ecologica per Taranto con i nuovi fondi europei del Just Transition Fund».

Questo nuovo coordinamento associativo «si allargherà a tutte le realtà che vedono nel provvedimento normativo un serio e preoccupante pericolo ai danni della salute della popolazione, dell’ambiente e che danneggia gli stessi lavoratori dello stabilimento siderurgico». Lunedì scorso, nel salone della Confcommercio di Taranto, le associazioni si sono riunite in assemblea per concordare una serie di azioni «al fine di informare - viene sottolineato - e mobilitare i cittadini. L'obiettivo è scongiurare la conversione in legge del decreto che costituisce un colpo mortale per la città ed una grave lesione dell’autonomia della Magistratura».

Fino a questo momento hanno aderito al coordinamento ambientalista Art. 32 Diritto alla Salute-Statte, Associazione Lovely Taranto, Comitato di quartiere Tamburi, Donne e futuro per Taranto libera, Europa Verde, FGC Taranto, Genitori Tarantini, Giustizia per Taranto, LiberiAmo Taranto, Peacelink, Tamburi combattenti, Taranto Lider, Taranto Respira e Wwf Taranto. 

Contro il provvedimento si schiera anche il Pd. «La vertenza dello stabilimento siderurgico è di una straordinaria complessità, e di fronte alla stessa, per la prima volta rappresentanti istituzionali come il sindaco Melucci ed il presidente Emiliano si sono interrogati seriamente, e hanno avuto il coraggio di assumere una posizione ferma accanto ai cittadini e ai lavoratori. Questo centrodestra dovrebbe prendere esempio e rinsavire». Lo sottolineano Antonio Misiani, commissario Pd Taranto, Anna Filippetti e Mattia Giorno, sub commissari, e il Gruppo Pd al Comune di Taranto.

«Reintrodurre lo scudo penale - aggiungono - significa consentire di operare senza dover poi rispondere di particolari responsabilità penali. Pesantissime responsabilità penali, lo ricordiamo, sono state verificate nella gestione Riva dell’acciaieria con un processo, e poi con una sentenza chiara e relative corpose motivazioni, rese note solo di recente. Non si può fare lo stesso errore due volte».

Il Partito Democratico, osservano Misiani, Filippetti e Giorno, «certamente non ha dubbi, non torna indietro, e non può che giudicare in maniera nettamente contraria quello che sta facendo l’attuale Governo, con importanti regali al gestore senza alcuna garanzia in termini di difesa del territorio».

Secondo gli esponenti Dem, il centrodestra dovrebbe comprendere «che un’esperienza dolorosa e pesante come quella di Taranto non può essere superata se non mettendo da parte le divisioni e creando un fronte unico mirato a ristabilire gli equilibri, quello della vita sana e quello del lavoro stabile e sicuro. Oggi non si può rimanere più nel limbo: è il tempo della riconversione economica di Taranto. Per questo - concludono - sosteniamo le posizioni e le iniziative delle organizzazioni sindacali». 

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