Alle prime ore di questa mattina, la polizia stradale di Taranto ha dato esecuzione a sette ordinanze di custodia cautelare, di cui una in carcere, 5 agli arresti domiciliari ed un obbligo di presentazione agli uffici della polizia giudiziaria, a carico di altrettante persone residenti nella provincia jonica. Sono accusati di associazione a delinquere finalizzata alla simulazione di falsi incidenti stradali, attraverso un'articolata rete criminosa strutturata per conseguire l’indennizzo delle compagnie di assicurazioni attraverso la falsificazione, alterazione e pre-costituzione di documentazione.
Ci sono anche un avvocato e una guardia giurata tra gli arrestati dalla Polizia stradale di Taranto nell’ambito di un’inchiesta su una presunta truffa alle compagnie assicurative. Notificate 7 ordinanze di custodia cautelare: una misura cautelare in carcere, 5 agli arresti domiciliari e un obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria. Rispondono di associazione a delinquere finalizzata alla simulazione di falsi incidenti stradali. Altre 54 persone sono state denunciate in stato di libertà per truffa, falsa testimonianza e falso in atto pubblico (tra questi vi è un altro avvocato e un cancelliere in servizio presso il Giudice di Pace di Taranto, coinvolto direttamente in un falso sinistro stradale). Nel corso delle indagini sono state monitorate 14 pratiche relative a falsi incidenti stradali, che hanno consentito all’organizzazione criminale di ottenere un illecito profitto rilevante. Sono indicati come promotori Carmelo Capriulo, di 56 anni, con precedenti specifici, l’unico finito in carcere, e Angelo Saverio Scalone, di 52 anni, guardia giurata. Gli altri che sono stati posti ai domiciliari sono il 62enne Alfredo Franco, il 67enne Emanuele Pisarra, il 67enne avvocato Francesco Melpignano e il 65enne Roberto Franco. Obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria per un 28enne. La presunta associazione a delinquere poteva contare su un’articolata e strutturata organizzazione criminale. L’avvocato Melpignano, secondo l’accusa, metteva a disposizione del sodalizio le sue conoscenze tecniche-giuridiche necessarie per la liquidazione dei sinistri e procacciava falsi testimoni perché rendessero false testimonianze nel giudizio civile. L'attività ha evidenziato anche il ruolo di altri indagati che partecipavano in prima persona a numerose pratiche risarcitorie. Il vigilante Scalone si sarebbe occupato di assicurare le false dichiarazioni delle persone coinvolte nei finti incidenti e l'accesso degli stessi al pronto soccorso dell’ospedale.