TARANTO - «Quando torno a casa dalla fabbrica e vedo il sorriso di mio figlio, tutti i cattivi pensieri di questa pandemia si volatilizzano». Sebi è un neo papà ai tempi del coronavirus. Tarantino, operaio dell’ex Ilva, porta avanti la sua casa. È come la strana Via Crucis battuta da Papa Francesco, solitaria, tra dolore e gioia. «Sia in campo lavorativo che in quello familiare vivo sentimenti contrastanti» spiega Sebi, che apre alla Gazzetta il suo ricordo in trincea: «Vedere alla luce il nostro primo bambino ha costituito una felicità implosa perché, a causa delle norme preventive sul coronavirus, io e mia moglie non abbiamo potuto condividere totalmente il parto. Lei senza di me era in sala operatoria a generare il nostro primo frutto, mentre io stavo fuori da solo, senza nessun caro a cui esprimere la mia preoccupazione. Poi, una volta a casa, ci siamo ritrovati senza l’aiuto fondamentale di gente esperta come i nonni del piccolo. Si perché il lockdown ci costringe ad affrontare questa prima esperienza genitoriale in solitudine. Il problema si acuisce quando io lavoro e mia moglie è da sola tra le nostre mura. Ma il volto luminoso del nostro piccolo ricolma il vuoto del dolore».
Sebi è uno degli oltre ottomila dipendenti che il Siderurgico di Taranto ha messo in cassa integrazione a rotazione con causale Covid-19. «In pratica il mio stipendio ha avuto un taglio del 40 per cento - spiega l’operaio - e di fronte alle esigenze economiche di una famiglia da poco allargata, è tanto. Ragion per cui bisogna stringere forte la cinghia e i denti, per arrivare a fine mese. So che il mio problema è comune a tantissimi papà italiani, lavoratori, che si vedono decurtati il proprio salario per contribuire a tenere in equilibrio le vacillanti finanze dello Stato, ma questo, quando noi lavoratori siamo in difficoltà, non ci sostiene. Allora preferisco guardare il rovescio buono della medaglia, che è il mio piccolino che, adesso che sono in cassa integrazione, me lo posso godere più giorni a casa. Senza la quarantena, me lo sarei vissuto per minor tempo. In mezzo a questa trincea scura, con mia moglie, penso positivo, facendoci contagiare dalla luce di nostro figlio».