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Taranto, dieci laureandi alla Lumsa più forti del Coronavirus

 
Maria Rosaria Gigante

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Maria Rosaria Gigante

Lumsa, sedute di laurea

Lumsa, sedute di laurea

Don Antonio Panico: «È andata bene ma speriamo che non sia sempre così perché per i ragazzi è davvero mortificante»

Domenica 19 Aprile 2020, 12:25

TARANTO - Esercizio pratico di resilienza. Questa la capacità messa in opera da dieci laureandi in Scienze del Servizio sociale e del non profit, corso di laurea della Lumsa (Libera università Maria Assunta) attivo su Taranto, che ieri – in un’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia Coronavirus che ancora non dà tregua - hanno avviato la stagione delle sedute di laurea in modalità telematica. Modalità che, entro fine mese, interesserà anche i laureandi della magistrale.

Resilienza, adattamento, dunque, ad una situazione nuova per quanto attiene le sedute di laurea (in realtà alcuni insegnamenti funzionano già in modalità telematica per gli studenti di Taranto, Roma e Palermo) a cui han dovuto adeguarsi da casa propria anche i componenti dell’intera commissione.

«Sì, è andata bene, ma speriamo che non sia sempre così perché per i ragazzi è davvero mortificante dopo tanto lavoro», commenta il presidente di commissione e referente della locale sede della Lumsa, don Antonio Panico. «Non possiamo nascondere che il rapporto diretto con le persone è tutt’altra cosa anche perché il Servizio sociale è un corso di laurea tipicamente legato alla cura della persona. Le discipline che si studiano parlano proprio della relazione umana».

Relazione che occorre mantenere viva anche a distanza e che crea qualche iniziale imbarazzo. Ma gli studenti hanno saputo adattarsi agevolmente mostrando subito scioltezza e disinvoltura necessarie. Non sono mancati i momenti di emozione e commozione. Anche tra parenti e amici che hanno seguìto on line.

«Non nascondo di essermi commosso anch’io», afferma uno dei commissari, il prof. Fabio Mancini, docente di Pedagogia sociale. «Ho letto la stessa emozione sui volti degli studenti che hanno vissuto in maniera intensa il momento della discussione della loro tesi e poi la cerimonia di proclamazione».
Non mancherà il momento della celebrazione e dei festeggiamenti, per ora rinviato alla successiva sessione autunnale del «graduation day», cerimonia istituita da qualche tempo della Lumsa.

Resilienza, dunque. E vulnerabilità del genere umano che la pandemia in corso sta rendendo sempre più esplicita e su cui i futuri assistenti sociali saranno chiamati a lavorare per contenerne i rischi. È la dimensione di riflessione sollecitata dall’altro componente di commissione, prof. Francesco Scapati, docente di Psichiatria. «In questa situazione diffusa di paura e di timore del contagio in cui siamo costretti a vivere, ci stiamo rendendo conto che la normalità di prima non andava bene. Avevamo ritmi sballati ed ora siamo tutti alla ricerca di una nuova normalità. I nostri studenti – aggiunge il professor Scapati – hanno mostrato resilienza agli eventi stressanti di questo periodo e capacità di reagire».
Si tornerà alla normalità di prima? «In questa fase si tende a spingere per assecondare maggiormente le esigenze del mondo produttivo che, certamente, sono importanti. Ma qui da noi è altrettanto importante che ci sia sicurezza nei diversi contesti lavorativi. Sì, torneremo gradualmente alla normalità accettando, però, delle limitazioni e sapendo sin d’ora che avremo problemi di carattere psicologico da affrontare presto. Intanto, sforziamoci - conclude Scapati - di cercare quel difficile equilibrio tra i diritti individuali e le esigenze di tutela della salute individuale e collettiva».

Altri componenti di commissione sono stati ieri i professori Marinella Sibilla, Giannangela Mastrorilli, Rosa Palmieri e Alfonso Zizza. I neo laureati sono, invece, Angela Caragnano, Simona Caria, Gianfranco Greco, Sonia Morrone, Sara Seprano, Noemi Ligorio, Deborah Montinaro, Alessandra Pedullà, Alessia Vecchio, Sara Vitti.

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