CASTELLANETA - «Non ci arrivano più dati. Abbiamo necessità di rivolgere un appello, ma un appello battendo i pugni sul tavolo, al direttore generale Asl ma anche alla Regione perché forniscano un pò di chiarimenti».
È la richiesta perentoria rivolta dal sindaco di Castellaneta Giovanni Gugliotti in merito al focolaio di contagio da Coronavirus nell’ospedale San Pio di Castellaneta. Fino a mercoledì scorso erano stati riscontrati 23 casi di positività al test che avevano interessato soprattutto il personale medico e infermieristico e 2-3 pazienti. Ma si attendeva l’esito di altre decine di tamponi. La procura di Taranto ha già avviato un’inchiesta per accertare l’eventuale violazione di protocolli, così come adombrato nei giorni scorsi dallo stesso primo cittadino e dal presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, che sollecitava l’intervento della magistratura.
A risultare positivo al test è stato per primo un dirigente medico. «Quanti tamponi - si è chiesto il sindaco Gugliotti in un video messaggio su Facebook - sono stati lavorati e processati? Un dato ufficiale non lo abbiamo ancora. I tamponi che ancora non sono stati processati, devono essere lavorati quanto prima possibile perché si tratta di operatori sanitari che, non sapendo se sono positivi o negativi, stanno chiusi in casa, non vanno al lavoro e questo mette in grave difficoltà il regolare funzionamento dell’ospedale di Castellaneta, unico presidio del versante occidentale».
Per il primo cittadino, «questa situazione è per noi insostenibile. È vero che noi, come sindaci, siamo autorità sanitaria, ma non abbiamo possibilità di incidere sui tempi dei laboratori. Dobbiamo chiudere quanto prima questa fase dei tamponi perché poi, insieme alla Regione, dobbiamo concentrarci sull'azione di supporto alle persone in difficoltà, a quelle che non possono fare la spesa».