TARANTO - ArcelorMittal ha comunicato alle organizzazioni sindacali, nel corso di un incontro che si è svolto oggi nello stabilimento di Taranto in cui si è discusso degli assetti di marcia, che per i primi tre mesi del 2020 ci sarà un aumento produttivo di ghisa, rispetto all’ultimo trimestre del 2019, che passerà da 11,5mila tonnellate giornaliere a 12,5/13 mila tonnellate. Nell’Area Ghisa Materia Prime viene confermato l’approvvigionamento di 30mila tonnellate giornaliere in attesa di una realizzazione di progetti che prevedono innovazioni tecnologiche sullo sbarco delle materie prime presso il IV sporgente. E’ prevista inoltre la marcia dei tre altiforni per una produzione giornaliera di 12,5/13 mila tonnellate.
In riferimento all’Afo2, l'azienda ha comunicato che è prevista una fermata di 4/5 giorni per effettuare un rivestimento refrattario. L’Altoforno 4, invece, sarà fermato per 45 giorni nel terzo quadrimestre per la sostituzione dei piastroni di rame.
Per quanto riguarda l’area Acciaieria, l’azienda ha comunicato che nei prossimi giorni terminerà il ripristino del convertitore 1 dell’Acciaieria 2, in cui si sono verificate la notte del 21 gennaio scorso le tre esplosioni che hanno squarciato la condotta di aspirazione, e saranno effettuati dei "test stress» per garantire un numero di 45 colate giornaliere necessarie all’eventuale aumento produttivo.
Dopo queste operazioni, ArcelorMittal ha intenzione di fermare l’Acciaieria 1 per circa due mesi (decisione che comporterà il ricorso alla cassa integrazione per 250 operai) con un incremento della produzione dell’Acciaieria 2.
I SINDACATI - Dopo l’incontro nel quale Arcelor Mittal ha comunicato i nuovi assetti di marcia, con fermate e ripartenze di diversi impianti, Fim, Fiom e Uilm sottolineano in una nota di aver «ribadito la propria contrarietà a nuovi assetti di marcia in acciaieria in assenza di interventi preventivi di manutenzione ordinaria e straordinaria».
I sindacati riferiscono di avere chiesto ad ArcelorMittal "per tutti i lavoratori con fermate lunghe di effettuare rotazioni e/o ricollocazioni su altri impianti» e di "ripristinare i progetti di riqualificazione di aree esterne e interne al perimetro aziendale, così come previsto all’interno dell’addendum ministeriale. Tali attività dovranno essere effettuate dagli stessi lavoratori per i reparti maggiormente colpiti dalla Cassa integrazione (Cigo)».