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Ingegneria, pochi immatricolati
ma la presenza resta strategica

 
Ingegneria, pochi immatricolati ma la presenza resta strategica

Di Sciascio: socialmente giusto esserci, ma poco aiuto da istituzioni

Mercoledì 13 Giugno 2018, 09:58

di Maria Rosaria Gigante

«Abbiamo disattivato il corso di laurea in Ingegneria ambientale oltre un paio di anni fa, ma abbiamo ugualmente garantito quel tipo di formazione su Taranto. Il problema vero è che ci sono dei requisiti di docenza che non siamo in grado di garantire a fronte ad un numero di studenti comunque ridotto. Pertanto, garantiamo diversi curriculum interamente erogati qui a Taranto come sede distaccata. Questo il terzo anno di rimodulazione, il prossimo anno avremo i primi laureati».

Così il rettore del Politecnico di Bari, Eugenio Di Sciascio replica alle voci fatte circolare sul web dagli studenti del Link che incalzano su un’operazione di rimodulazione ormai datata (con particolare riferimento a Ingegneria ambientale) e che attualmente garantisce a Taranto le lauree triennali in Ingegneria dei sistemi aerospaziali e Ingegneria civile e ambientale, nonché le magistrali in Ingegneria meccanica, Ingegneria per l’ambiente e il territorio, Aerospace Engineering.

Rettore Di Sciascio, come stiamo messi a numeri?

«Rispetto a Bari, sono numeri ridotti. Quest’anno gli immatricolati ad Ingegneria ambientale sono stati una trentina. Una settantina gli immatricolati al curriculum aerospazio, una ventina a Ingegneria civile. Complessivamente gli studenti del Centro interdipartimentale sono circa 500, una trentina invece i docenti delle varie fasce».

Ma, a questo punto, quali sono le prospettive per Taranto?

«Noi la riteniamo una presenza strategica anche perché è socialmente giusto esserci. In questi anni, però, non abbiamo avuto dalle istituzioni cittadine alcun supporto».

Eppure qualche anno fa ringraziavate per l’erogazione di alcune borse di studio…

«Era la Regione ad averci dato la possibilità di alcuni Rtda, contratti triennali che ora arrivano a scadenza. Ma dal Comune nulla. Ho anche scritto una lettera al sindaco proprio per chiedere un allungamento di questi contratti, ma non ho avuto alcuna risposta. Né positiva, né negativa».

Questo disinteresse vi farà desistere dalla presenza su Taranto?

«Noi abbiamo l’obbligo morale di esserci. C’è il nostro impegno a restare qui. Certo, se dovessimo valutare esclusivamente in termini finanziari, dovremmo chiudere. Ma, fortunatamente, l’università non si occupa solo di finanza. Detto questo, devo ribadire che non c’è un impegno o un interesse del Comune o di altre entità territoriali».

Non siete stati neppure coinvolti in altri progetti?

«Abbiamo lavorato sul tema delle bonifiche col commissario Corbelli che ci ha dato atto di aver fatto un ottimo lavoro».

Cosa chiedereste alle istituzioni?

«È essenzialmente un problema di risorse. Abbiamo una sede su cui siamo intervenuti con fondi del Politecnico».

Ma la sede è in comodato d’uso?

«Sì, ma è difficile trovare degli interlocutori. Noi abbiamo fatto dei lavori per mettere in sicurezza l’immobile, ma questo nel disinteresse generale. Avevamo, a suo tempo, anche cercato una interlocuzione per chiedere una sede migliore, ma non c’è stato alcun seguito».

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