BARI - Il polpo, si sa, è uno dei simboli iconici di Bari e proprio come il mare è fonte di ispirazione e di creatività. In questo caso l'estro si è riversato su un prodotto in particolare, un orologio tutto made in Puglia che raffigura per l'appunto i tentacoli di un polpo. La storia di questo orologio risale al 1956 ed è tutta da scoprire.
Facciamo un viaggio indietro nel tempo: nel lontano 1945 Giulio Capezzuto, all’epoca intraprendente sedicenne, subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, inizia a lavorare come rappresentante di orologi e sveglie girando tutta la Puglia con il suo 3 ruote, il Macchi MB1. A 27 anni, grazie al suo spirito imprenditoriale e all’aiuto di Saverio, un conoscente che gli fa un prestito senza alcuna garanzia, apre il primo negozio e laboratorio di orologeria nel cuore pulsante della città, in via Andrea da
Bari. Siamo nel 1956. Qui Capezzuto installa due macchine per la stampa dei quadranti e per l’assemblaggio ed è così che dalla sua mente creativa e dalle sue mani da artigiano esperto nascono i primi orologi a marchio VeriWatch.
Col passare del tempo l'attività di Capezzuto si espande e negli Anni 70 raggiunge l'apice: nel 1973 nasce Octopus, il modello di punta del marchio barese di orologi. Si tratta di uno dei pochissimi diver medicali con scala pulsometrica che si consacrerà, nel panorama degli orologi subacquei dell’epoca, come un’icona. Il nome viene scelto dal figlio di Giulio, Pasquale - classe 1952 - in omaggio al polpo, il re dell’Adriatico barese. La figura del polpo, animale solitario e territoriale dal sorprendente quoziente intellettivo, è ricca di simbolismi tra cui quello del rinnovamento e dell’adattabilità. E così la dicitura Octopus, con una grafica a richiamare i tentacoli del polpo, viene riprodotta sul quadrante dell'orologio. A pochi anni di distanza vengono presentati altri tre modelli sempre dedicati al mare: Delfino, Narvalo e Substar.
La produzione made in Bari di questi orologi continua fino ai primi Anni 90, dopo di che, complice la crisi del settore dell’orologeria e della produzione di massa, l’attività di Capezzuto si arresta.
La storia si potrebbe concludere qui, se non fosse che nel 2010, complice il desiderio di riscoprire i modelli iconici del passato e di riproporli con nuove vesti, associandoli alla moderna tecnologia, un imprenditore bresciano, Alessandro Leali, scopre la storia tutta barese di questo marchio e se ne innamora al punto da contattare la famiglia di Giulio Capezzuto (scomparso nel 2008) e di rilevarne la gestione dell'attività allo scopo di riportarla ai gloriosi fasti del passato dando così voce e valore ad una storia lunga oltre 35 anni e ormai caduta nel dimenticatoio.
Grazie quindi a una operazione di rebranding dello storico marchio pugliese VeriWatch, il progetto Octopus torna a vivere anche ai giorni nostri con i due primi esemplari di orologi fabbricati in versione aggiornata e ultra moderna. L'orologio ha un rehaut interno con scala pulsometrica su base 30 a determinare la frequenza cardiaca espressa in battiti al minuto, propone la caratteristica cassa degli Skin Diver in voga negli Anni 60 e 70, periodo d’oro per gli orologi subacquei. E anche il quadrante, di chiara ispirazione vintage tipica di quegli anni, riprende il design del modello originale ideato da Capezzuto. Sul quadrante, infatti, in contrapposizione alle linee pulite del marchio è raffigurato il logo Octopus originale, leggermente reinterpretato, con linee sinuose ad evocare i tentacoli a “boccoli” tipici del polpo, uno dei protagonisti della Baresità.
«Il mare, una volta che ammalia, trattiene per sempre una persona nella sua rete di meraviglie», recita un verso di Jacques Cousteau: ed è proprio il caso di questa storia tutta barese, che rivive con un occhio al passato per reinventare il futuro.