C'è un filo biancoazzurro che attraversa le strade di New York, Berlino, Londra, Chicago, Boston, Tokyo e persino Sydney. È quello di Angelo Sacco, imprenditore materano 56enne e instancabile giramondo della corsa, che ha unito l’amore per lo sport e per la sua città in un connubio inscindibile. Sempre con la maglia della sua squadra del cuore, Sacco ha portato i colori biancoazzurri sui percorsi più prestigiosi del pianeta, conquistando un traguardo che lo proietta di diritto nella leggenda podistica: l’Abbott World Marathon Majors, il circuito che raccoglie le maratone più famose al mondo.
Lo scorso 31 agosto, il lucano ha completato la maratona di Sydney, 42,195 km tra sfide e panorami mozzafiato. Un momento storico per lui, che ha così abbracciato anche l’Oceania, aggiungendo un nuovo scenario alla sua lunga avventura sportiva. "Tagliare il traguardo con la celebre Opera House a fare da sfondo è stato incredibile - dice - Ma la vera vittoria è questa: la settima stella! Un’emozione indescrivibile se ripenso al 2003, anno della mia prima maratona, e a chi mi diceva che sarebbe stato impossibile: i sogni si avverano se ci credi».
Con l’impresa australiana, Sacco è diventato il primo materano a ottenere la settima stella, riconoscimento che certifica la conclusione del ciclo di tutte e sette le prove internazionali. Un risultato che si aggiunge a una carriera da instancabile maratoneta, portata avanti con un messaggio chiaro. "Spero che i giovani capiscano l’importanza di praticare qualsiasi disciplina sportiva - continua -. Lo sport è fondamentale per crescere e formarsi. Il sacrificio, il sudore, la perseveranza sono valori necessari in tutti i percorsi di vita. Attraverso lo sport continuo a sentirmi un ragazzo. Inoltre pratico due discipline - corsa e bici - che mi consentono di viaggiare, stare a contatto con la natura e conoscere nuova gente: mi piace osservare come si vive in altri posti del mondo».
Sacco è un esempio autentico di uno sport che unisce fatica, passione e identità. Un materano che ha scelto di correre il mondo con i colori della propria terra sul petto, trasformando ogni traguardo in un inno a Matera e alla sua gente. «Sono orgoglioso di essere materano e di indossare i colori biancoazzurri per rappresentarla - prosegue -. Indosso la casacca del Bue per essere vicino ai tifosi dopo la mancata iscrizione in Serie D. È anche un augurio: spero che qualcuno si avvicini alla nostra realtà, per riportarla nelle categorie che la città merita».
Ogni stella conquistata brilla di dedizione e passione, valori che portano a risultati straordinari anche a livello amatoriale. La sua partecipazione non è solo un traguardo personale, ma il simbolo di come la corsa possa abbattere barriere geografiche e culturali. «La sfida è sempre e solo con me stesso - aggiunge -. Voglio arrivare al traguardo felice e sorridente, godendomi il percorso e la gente che incontro lungo i chilometri. Lo sport avvicina agli altri, non pone limiti e unisce popolazioni di ogni angolo del mondo. Dovremmo ricordacene, soprattutto in questo periodo segnato da conflitti e guerre».
Tutti gli sforzi e la fatica si riassumono nella «Six Star Finisher», il medaglione che racchiude tutte le sue Major, un circuito ora in espansione. A breve, infatti, le prove diventeranno nove, con l’ingresso delle candidate Cape Town (Sudafrica) e Shanghai (Cina). «Non vedo l’ora - conclude -. Sono tappe che voglio godermi, magari con la maglia del Matera in una categoria prestigiosa»