BARI - Solo un pari per il Bari nella super sfida al San Nicola contro la capolista Frosinone (degli ex Angelozzi e Grosso) davanti a 38.500 spettatori. I pugliesi affiancano a quota cinquanta il Genoa al secondo posto (giocherà domani contro la Ternana).
La partita è stata affrontata con molta prudenza dalle due squadre che si sono sfidate sul piano del pressing e della chiusura degli spazi. Il giallo rimediato da Maiello ha frenato un pò la creatività dei padroni di casa, nel complesso molto ordinati nella fase difensiva. Alla fine il possesso palla ha premiato i ciociari (pericolosi con Rohden in avvio), ma sul piano delle occasioni il pubblico non ha visto una gara spettacolare.
Brividi a fine primo tempo quando l’arbitro ha in un primo momento indicato il calcio di rigore per il Frosinone, salvo poi concedere una punizione (per un contatto tra Pucino e Oyono). Nella ripresa resta sul taccuino un contropiede di Cheddira non sfruttato e una occasionissima per Moro, ipnotizzato in uscita dal portiere barese Caprile.
IL PRE PARTITA
«Affrontiamo la squadra più forte del campionato sotto tutti i punti di vista: è una partita tostissima, ma faremo la nostra parte». Michele Mignani sfida così il Frosinone. Non è la prima volta che il suo Bari affronta squadre di rango in una B grandi firme. Non è nemmeno un inedito il grande pubblico che in diverse occasioni i biancorossi hanno trascinato al San Nicola e farà da straordinaria cornice al match clou della 29ª giornata del campionato cadetto. Ma ora si respira un’aria diversa. Perché con due terzi del campionato ormai volati via, non si può pensare che i Galletti terzi in classifica siano ancora una rivelazione. Esattamente come è una solida realtà la squadra ciociara, l’unica davvero lanciata verso la serie A.
I pugliesi, ad un solo punto dalla promozione diretta, se la vedranno contro la capolista: una sfida che rimanda ad emozioni mai provate negli ultimi dodici anni, funestati da rovine di ogni tipo, fino alla faticosa rinascita. Forse c’è persino di più in ballo rispetto a punti già pesantissimi. Perché se davvero capitan Di Cesare e compagni proseguiranno la strada del «sogno», inevitabilmente occorreranno schiarite sul futuro societario, argomento tra i più dibattuti in città dopo le dichiarazioni di Aurelio De Laurentiis che ha confermato la prospettiva di una cessione del club biancorosso, qualora si materializzasse la militanza sullo stesso palcoscenico dell’«intoccabile» Napoli.
Ci sarà tempo (non troppo, in realtà) per approfondire gli sviluppi sulla multiproprietà. Ora, è giusto concentrarsi su un confronto reso speciale dal coraggio, dal carattere e dallo spirito di un gruppo in grado di trovare al suo interno risorse infinite. «Abbiamo bisogno di punti», afferma con convinzione Mignani. «Vogliamo mettere in difficoltà la squadra che ha fatto il vuoto attorno a sé. Capisco che il motivo principale sia dettato dalle posizioni in classifica, ma continuo a ritenere che non sia utile soffermarsi su qualcosa priva di una risultanza definitiva: se poi qualcuno guarda la graduatoria per andare a letto più felice, è libero di farlo, ma mancano dieci giornate. Allo stesso modo, non si può stabilire una quota per acciuffare il secondo posto: in questo momento è il Genoa ad occupare tale posizione e se le vince tutte è irraggiungibile».
Il tecnico biancorosso analizza il possibile sviluppo del match. «Il Frosinone è solido perché vanta la migliore retroguardia della B, è aggressivo perché annovera l’attacco più prolifico: bisognerà stare attenti a tutto. Una delle qualità più evidenti è la velocità in ripartenza: perciò, occorrerà provare ad evitare il più possibile tali situazioni. Mi fa piacere la compattezza che abbiamo mostrato nelle ultime tre gare, concluse senza reti al passivo: difendersi bene è fondamentale perché chi non prende gol di certo non perde. E a maggior ragione dovremo moltiplicare l’applicazione contro il reparto avanzato più forte del torneo, altrimenti passeremo un brutto pomeriggio».
Malgrado l’analisi sia condotta dall’equilibrio di sempre, è scontato che il campionato sia entrato nella fase decisiva: il Bari che ha centrato tre successi in una settimana magari ha sacrificato qualcosa sul piano dello spettacolo a favore della concretezza. E le esultanze del mister dei Galletti sembrano diventare sempre più «animate» con il trascorrere dei turni. «È impossibile mantenere sempre la supremazia - spiega Mignani -: quando l’avversario si sfoga, può capitare di restare più bassi e cercare il momento giusto per colpire. Se mi sono lasciato andare un po’ di più è perché il coefficiente di difficoltà si alza sempre più e di conseguenza anche la tensione che si accumula».
Sono almeno tre i tabù da sfatare: centrare un successo davanti a più di 40mila spettatori, battere una delle prime sei in classifica (i pugliesi hanno perso con Frosinone e Genoa, pareggiato con Sudtirol, Pisa e Reggina) e «vendicare» il beffardo stop dell’andata, sancito dal gol allo scadere di Borrelli in un match che i Galletti affrontarono per oltre un’ora in inferiorità numerica a causa dell’espulsione (dubbia) di Bellomo. «Non penso proprio che ci sia timore per il grande pubblico», esclude Mignani. «Lavoriamo e lottiamo per la nostra gente: averne tanta allo stadio è soltanto una spinta in più, però è vero che ci manca un’affermazione in un San Nicola così popolato. Allo stesso modo, vogliamo battere le migliori formazioni del torneo e soprattutto non intendiamo farci sconfiggere due volte dalla stessa squadra. Le nostre motivazioni sono feroci: ora bisogna tradurle in campo».