Campione olimpico sui 20km e iridato sull’inedita distanza dei 35. In soli dodici mesi Massimo Stano è diventato l’icona del «Tacco & punta» mondiale e tra un allenamento e l’altro è riuscito anche a diffondere il verbo della marcia tra i più piccoli, testimonial di una specialità divenuta fenomeno grazie alle sue imprese.
Come è nata l’idea di promuovere la marcia e come si trova in questa insolita veste?
«È nata un po’ per caso, alla richiesta ho subito accettato, perché i bambini sono il nostro futuro, e anche io quando avevo la loro età avrei tanto desiderato avere un campione con cui ridere, scherzare, allenarmi e divertirmi. Chiaramente nell’approccio con loro ho azzerato la distanza che potevano percepire nei confronti di un campione e così è stato subito amore tra me e i ragazzi quando hanno capito che forse io ero più bambino di loro. L’ho percepito un po’ in tutti e in tutte le età, oltre Locorotondo e Alberobello ho fatto un intervento a Bresso, nel milanese, in una scuola media superiore, ho indossato una tuta tipica da adolescente per azzerare appunto le distanze e mi sono seduto tra loro evitando la classica entrata trionfale. Quando mi hanno chiamato sul palco ho fatto, però, la scalinata alla «Uomini e donne» e...
CONTINUA A LEGGERE SULLA DIGITAL EDITION O SULL'EDIZIONE CARTACEA