Un’ironica malinconia attraversa Così fan tutte. Il regista Robert Carsen mette a fuoco le nervature più fragili nell’opera mozartiana che chiude la Stagione 2024-2025 del Teatro alla Scala, che stasera (21.25) approda in prima visione su Rai 5. La messa in scena è quella che segue il giorno dopo la première, accompagnata da un’introduzione di Veronica Pivetti. Sul podio Alexander Soddy, direttore di solida esperienza internazionale tra Londra, New York, Vienna e Berlino, chiamato a far respirare la partitura con leggerezza e precisione.
Nel cast della reinterpretazione del lavoro che il genio di Salisburgo scrisse tra il 1789 e il 1790, la Fiordiligi di Elsa Dreisig e la Dorabella di Nina van Essen formano un duo dove la grazia vocale incontra un’attenta costruzione del personaggio, mentre Sandrine Piau presta a Despina un’ironia agile e mai caricata. Luca Micheletti è Guglielmo, Giovanni Sala Ferrando, e Gerald Finley assume la parte di Don Alfonso, architetto del gioco sentimentale che muove l’intreccio.
Meno frequentata alla Scala rispetto agli altri due titoli della trilogia solcata dal libretto di Lorenzo Da Ponte (con Le nozze di Figaro e Don Giovanni), l’opera vanta pochi ma memorabili allestimenti nel teatro milanese, dalla storica produzione di Guido Cantelli del 1956 alla versione curata da Michael Hampe con Riccardo Muti negli anni Ottanta, fino all’interpretazione introspettiva firmata da Claus Guth nel 2014. Il regista canadese Carsen non si limita a raccogliere questa eredità, ma la rilegge scandagliando il tema dell’amore come convenzione sociale, teatro nel teatro. Il meccanismo si incrina quando i sentimenti, imprevedibili, si affacciano.
















