Un bando «a sportello», in cui vince chi arriva prima, che mette in palio i 12 milioni destinati per un triennio al sistema regionale della cultura. E un avviso con cui Apulia Film Commission destina altri 5 milioni di euro al sostegno del cinema. Cosa li accomuna? Il fatto che sono stati lanciati, a distanza di 24 ore, nel pieno della campagna elettorale che proprio sul tema della cultura ha vissuto finora le uniche asperità tra i candidati.
In un caso e nell’altro si tratta di scelte assolutamente legittime da parte della Regione, e peraltro anche preannunciate agli operatori fin dall’estate negli incontri gestiti dall’allora direttore di dipartimento Aldo Patruno, oggi candidato consigliere con il M5s. Ma il punto è proprio questo: il bando a sportello per i fondi della cultura (teatro, musica, danza, festival del cinema) che si apre oggi e si chiude il 5 dicembre, non si limita ad assegnare le risorse del 2025 ma ipoteca anche quelle di 2026 e 2027 con modalità che - obiettivamente - sembrano fatte apposta per accontentare qualcuno.
A sportello significa che i soldi vengono assegnati nell’ordine di presentazione delle domande, e dunque possono anche terminare per quanto - si faceva notare ieri - la dotazione finanziaria complessiva è superiore a quella dello scorso triennio (9,6 milioni). Dunque - è il messaggio - ce n’è per tutti (con un limite di 150mila euro per le proposte singole e 180mila per quelle associate), al netto del fatto che per partecipare alla distribuzione è necessario correre. Le proposte devono dettagliare quanto è stato fatto nel 2025 (ormai terminato) e poi illustrare le proposte per i due anni successivi. Per essere finanziati è necessario ottenere 50 punti nella valutazione di merito: gli enti «storici» partono già da 15 punti, altri 20 punti sono garantiti a chi cofinanzia con oltre il 20% di risorse proprie, altri 20 a chi (evidentemente sapendolo prima) ha preparato accordi con scuole ed associazioni di volontariato per promuovere l’inclusività.
Ma non è tutto. Nel bando della Regione ci sono due curiose clausole. La prima è che per partecipare bisogna aver ottenuto «un risultato d’esercizio positivo in almeno due anni dell’ultimo triennio» (quindi Stellantis e Ilva non possono partecipare), la seconda è che il contributo per il 2026 e il 2027 non può essere superiore a quello erogato per quest’anno. Sono due scelte, in sé assolutamente legittime per quanto discutibilissime (è facile capire chi è perché le ha volute), che nei fatti impongono la politica del settore del prossimo biennio. Politica che dovrebbe spettare al prossimo presidente della Regione, cui magari potrebbe interessare un percorso di crescita del sistema culturale e non un meccanismo che garantisca chi c’è già.
In poco più di un mese la Regione ha iniettato 60 milioni di euro nel sistema della cultura. A inizio ottobre (con Patruno ancora in carica) la giunta regionale aveva approvato le delibere che contengono l’impegno dei fondi per circa 25 milioni di euro. Scelta pienamente legittima anche questa, per quanto non ci fosse fretta almeno in relazione alle prossime annualità (essendo fondi ex Fsc, la scadenza per utilizzarli è il 2029). Il 29 ottobre la giunta regionale ha appostato sei milioni per finanziare i festival cinematografici (alcuni dei quali erano partiti da settimane, annunciando le date 2026 «allo scoperto»). Il giorno successivo la giunta ha infine sbloccato altri 29 milioni, di cui 24 destinati a Puglia Culture (l’ex Teatro Pubblico) e 5 alla Apulia Film Commission.
E veniamo ad Afc. Il precedente avviso per i finanziamenti del Film Fund è stato pubblicato nel dicembre 2023 ed è rimasto aperto da fine gennaio a fine febbraio 2024. Stavolta si è scelto di pubblicare l’avviso il 3 novembre ed aprirlo lo stesso giorno, sempre a cavallo delle elezioni. Anche qui: scelta assolutamente legittima che, pure in questo caso, sembrerebbe però far trasparire una certa fretta.
















