MARTINA FRANCA - Vito Giuseppe Zito ha 36 anni e vive a Roma. È pugliese, in particolare di Martina Franca, ed è stato lui a curare le scenografie di Vermiglio, il film di Maura Delpero sull’omonimo villaggio di montagna in Trentino-Alto Adige. La pellicola ha appena vinto il Leone d’argento Gran premio della giuria alla Mostra del cinema di Venezia e ora Vermiglio è il lungometraggio italiano scelto per essere candidato all’Oscar come Miglior film internazionale. I film in gara da ogni Paese verranno selezionati dai membri dell’Academy a partire da dicembre per poi essere annunciati il prossimo 17 gennaio. Per ora Vermiglio ha ricevuto recensioni molto positive ed è stato preferito a una rosa di altri 16 film tra cui Parthenope di Paolo Sorrentino, dato per favorito. Se sarà scelto tra i migliori film internazionali, potrebbe davvero rappresentare l’Italia alla cerimonia del 2 marzo 2025.
Domenica scorsa Vito Giuseppe Zito ha salutato il pubblico della sua Martina Franca con un video messaggio, che ha anticipato la proiezione di Vermiglio al Politeama Verdi. «Il mio con Martina Franca è un legame profondo, ancestrale, a cui devo molto», ha detto Zito alla Gazzetta.
Ha iniziato ben presto ad avere la passione per la costruzione di oggetti e arredi, all’età di 10 anni iniziò a frequentare la falegnameria vicino casa sua, ogni estate. Nel frattempo, grazie alla compagnia teatrale di sua madre Antonella Conserva, ha avuto la possibilità di sperimentare e di cimentarsi nelle scene. Le circostanze della vita nascono così, il più delle volte per fortuna, spesso per destino, ma quasi mai per caso. Vito è di Martina Franca, la terra del Festival della Valle d’Itria e del Festival del Cabaret. La falegnameria per cui lavorava iniziò a prestare opera alle scenografie di queste due grandi manifestazioni. «Cercai e presi contatti per aiutare al montaggio e realizzazione delle scene e dei “props” per gli spettacoli e mi resi conto che era effettivamente la mia passione», dice Vito Giuseppe.
Era il 2004 e aveva solo 16 anni. «Poi mi sono iscritto al liceo artistico di Taranto, il Lisippo nella sezione architettura, subito dopo all’Accademia di belle arti di Roma, dove ho conseguito la laurea in scenografia teatrale e cinematografica. Nel mentre seguivo l’accademia facevo anche da assistente a Francesco Scandale, Maurizio Varamo, Carlo Savi, Francesco Zito, tutti scenografi principalmente teatrali. Ho avuto la possibilità di fare uno stage formativo presso i laboratori del teatro dell’opera di Roma, dove poi sono rimasto a lavorare per qualche anno. Mi avvicinai al mondo del cinema grazie a cortometraggi, videoclip, spot pubblicitari, che mi hanno dato la possibilità di farmi conoscere come scenografo, fino a quando mi hanno proposto di seguire progetti di serie come “Skam”, di cui ho firmato 3 stagioni, “Prisma”, film come “Margini”, “Noi anni luce”, “L’età giusta”, fino ad arrivare a “Vermiglio”».
Attualmente sta lavorando a un cortometraggio, ambientato negli anni ‘60 che racconta una storia realmente accaduta in un manicomio di Gorizia, regia di Elia Bei, e prossimamente sarà impegnato alla seconda opera del regista di Margini, Niccolò Falsetti.