BARI - Un anno fa Nicola Piovani aveva già svelato la sua vicinanza a capolavori come Il mondo salvato dai ragazzini di Elsa Morante. Adesso quel «mondo» diventa il celebre Labirinto di Cnosso, che secondo la mitologia greca fu fatto costruire dal re Minosse, sull’isola greca di Creta, per rinchiudervi il mostruoso Minotauro. È uno degli spunti narrativi de «Il labirinto di creta», la nuova opera per ragazzi commissionata dalla Fondazione Petruzzelli al celebre compositore romano, in scena al politeama di Bari in prima assoluta giovedì 16 maggio alle 20,30 e in replica il 18, 19 e 21 maggio (biglietti su vivaticket.it e al botteghino, info 080.975.28.10). Libretto e regia sono firmati da Paola Ponti e dallo stesso Piovani, che condurrà l’Orchestra e il Coro del Teatro Petruzzelli. Cast formato da William Hernandez (Don Cosimo), Maria Rita Combattelli (Arianna), Carlotta Proietti (Papela), Murat Can Guvem e Jésus Hernández (Teseo), Federica Giansanti (Fedra), Toni Nežić (Il Minotauro). Stasera alle 19 nel foyer del Petruzzelli si terrà la guida all’ascolto dello stesso Piovani: oltre 600 le richieste pervenute, e si terrà in sala grande: priorità di ingresso ai prenotati, mentre ulteriori disponibilità saranno gestite dal personale di sala. L’altra novità sarà la presenza di intellettuali come Pietrangelo Buttafuoco (16 e 21 maggio) e Alessandro Barbero (18 e 19 maggio), che si alterneranno sul palcoscenico nel prologo dell’opera.
Maestro Piovani, qual è stato il primo pensiero quando la Fondazione Petruzzelli le ha affidato questa composizione?
«Quello di rifiutare. Non ho nessuna esperienza della musica per ragazzi. Ma il sovrintendente Biscardi ha insistito ed è stato convincente. Ora che ho finito di scrivere, con faticoso impegno, sono grato alle sue insistenze».
Com’è nata l’idea di questo soggetto narrativo?
«Con Paola Ponti abbiamo molto letto, discusso, approfondito; ma poi abbiamo accantonato Borges, Dürrenmatt, la psicanalisi, e ci siamo concentrati sulla favola, sul fascinoso e semplice racconto del giovane Teseo buono ed eroico, che riesce a vincere il Minotauro mostruoso, brutto e cattivo. Pensando soprattutto a come raccontarla ai ragazzini in platea».
Cosa dobbiamo aspettarci musicalmente?
«La musica lavora sui due piani narrativi: quello di due clown-cantastorie che, in proscenio, raccontano in modo divertente la favola al pubblico; e quello tragico e pauroso in cui la musica fa ricorso a tutti gli stilemi tradizionali della narrazione tragica e paurosa, compresi quelli cinematografici»
Quale momento la emoziona di più?
«Teseo, nel nostro racconto, chiede al Minotauro, prima di essere da lui divorato, di cantargli una ninna nanna. Un espediente per ingannarlo, per prendere tempo e mettere in atto il suo piano. Ho scritto questa ninna nanna per basso e basso tuba: nello scriverla, a sorpresa me ne sono invaghito. Uno dei piccoli episodi narcisistici che capitano a tutti i compositori, credo. Ma quel che conta è piacere ai ragazzini che affolleranno il Petruzzelli».