Quando le chiedi che rapporto abbia con la Puglia, risponde subito che «è la mia seconda regione: se non le faccio in Sicilia, le mie vacanze le ho sempre fatte in Puglia, soprattutto in Salento. Anche se il mio primo bacio l’ho dato a Pugnochiuso, sul Gargano». Teresa Mannino è sempre irresistibile, schietta, sincera e felicemente autoironica: tanto che il suo rapporto professionale e d’amore verso il pubblico pugliese, negli ultimi anni, porta soprattutto la firma del Teatroteam di Bari, dove i suoi fan di tutta la regione (e anche oltre) sono accorsi sempre in massa per vederla, anche negli anni passati.
Lo stesso accadrà tra qualche giorno, martedì 5 dicembre, mercoledì 6 e giovedì 7 (sempre con inizio alle 21), in tre serate al Teatroteam ormai sold out dal mese di settembre, in una corsa al biglietto che non ha conosciuto soste, da quando è iniziata la vendita.
«Il giaguaro mi guarda storto» è il titolo del nuovo spettacolo che sta portando in giro in tutta Italia, scritto dalla stessa Mannino insieme a Giovanna Donini, in collaborazione con Maria Nadotti, per la regia della stessa camaleontica comica e attrice siciliana. Che tra l’altro - notizia delle ultime ore - sarà la protagonista del prossimo Festival di Sanremo, come co-conduttrice di Amadeus, insieme a Giorgia e Lorella Cuccarini. I suoi monologhi sono rigorosamente autobiografici, ma mai narcisistici. Le gag di siciliana trapiantata al Nord, il suo sguardo lucido e disincantato sul rapporto che lega gli uomini alle donne (o le donne agli uomini), le madri alle figlie, restituiscono una delle fotografie a più alta definizione dell’Italia contemporanea.
«Ritorno sui palchi dei teatri - spiega Teresa - piena di desideri, racconti e interrogativi. Il primo desiderio è quello di ritrovarvi, scambiare sguardi con ogni spettatrice e con ogni spettatore seduto in platea dalla prima all’ultima fila, nessuno escluso, per scoprire chi siamo diventati, dopo questa assenza epocale. Dai racconti d’infanzia alla difficile relazione che abbiamo con l’attesa, dalla perplessità nei confronti degli animali umani alla stima per le formiche, il filo conduttore sarà il desiderio, stupore vitale che accende sogni, infuoca cuori e libera movimento».
E pensare che fa bambina, in famiglia, la chiamavano «la milanese». Proprio lei, fierissima palermitana e donna del Sud. «Probabilmente è perché guardavo Quark da piccola», afferma. «O mi incavolavo se vedevo qualcuno passare col rosso o usare la corsia preferenziale: non è un caso che si chiami così, la preferiamo tutti!».
Poi la vita l’ha portata a Milano e non ha remore nel dire di aver passato «il primo anno a piangere tutto il tempo, e gli altri successivi in analisi». Insomma, Teresa Mannino è figlia di un medico e si è laureata in filosofia. Ma è diventata attrice. Potrebbe forse sembrare anche strano, ma anche qui, è lei stessa a chiarire il concetto. «Se ci pensiamo bene, la laurea in filosofia ti permette di fare qualsiasi lavoro, basta vedere chi si occupa delle ricerche del personale o di mercato. È quel tipo di cultura che ti fa conoscere meglio te stesso e gli altri. Ma se studi veterinaria puoi fare solo il veterinario, così come in molte altre facoltà universitarie. Durante il nostro incontro, a Bari, potrete danzare con me, guardare in silenzio, fare domande o dare risposte. Potrete anche chiudere gli occhi, ascoltare le mie parole come fossero una ninna nanna e addormentarvi, l’importante è non smettere di sognare e tenere gli occhi ben aperti una volta fuori dal teatro».