Si chiama Henry Brogan, ma per gli spettatori dotati di buona memoria cinematografica è Will Smith, l’action man spiritoso per eccellenza del cinema degli ultimi vent’anni. L’ex eroe giovane e dinamico di Men in Black è ora in Gemini Man un killer all’attivo dell’intelligence statunitense in onda questa sera alle 21.20 su Italia1. Will Smith superata la soglia fatidica dei cinquant’anni, non ne vuole più sapere di uccidere. E i servizi segreti quindi lo assediano e soprattutto scovano un sosia molto esperto e molto pericoloso. L’impianto generale è fondato sulla contrapposizione paritaria tra due personaggi equivalenti che riflettono la complementarità e la simmetria taoista basata sull’immagine chiave dello Yin e dello Yang.
Al regista Ang Lee piace sperimentare, dentro il mercato e all’occorrenza con i generi più disparati disponibili, e si esprime con straordinaria confidenza con gli strumenti digitali più avanzati che spingono chi guarda il film a perdere di vista la trama stessa per concentrarsi sulla perfezione estrema dello spettacolo che esercita una suggestione anche etica per vie puramente grafiche.
E Will Smith è da sempre un attore, meglio: un divo capace di rimandare al proprio repertorio sempre riconoscibile, in piena confidenza con quelli che un tempo si chiamavano effetti speciali e sono oggi parte integrante della percezione distorta/parallela del mondo.
















