BARI - Letteratura, cinema, fumetti, videogiochi e moltissime forme d’arte hanno contribuito, dal XX secolo in poi, a rendere Robin Hood uno dei personaggi di fantasia più popolari al mondo. Dell’eroe arciere, nato nel Regno Unito, sono note le sue peripezie nella foresta di Sherwood, circondato dai membri della sua banda, sempre pronto a farsi beffe dell’odioso sceriffo di Nottingham e a corteggiare l’amata Lady Marian. Adesso l’immaginario collettivo attorno alla sua figura si arricchisce della nuova opera per ragazzi - Robin Hood - in scena da domani al 26 maggio al Teatro Petruzzelli di Bari, fra matinée per le scuole (già tutto esaurito) e recite pomeridiane (aperte al pubblico sabato 20 maggio alle 17 e alle 18,30, e domenica 21 alle 17, infotel: 080.9752810, biglietti online su vivaticket.com).
Lo staff creativo messo su dalla Fondazione Petruzzelli per questo evento è di altissimo livello: le musiche sono del compositore Michele Dall’Ongaro e il libretto di Vincenzo De Vivo, con Pietro Mianiti che dirigerà l’Orchestra e il Coro del Teatro Petruzzelli. A firmare la regia Marcel Sijm, le scene Sanne Danz, i costumi Wojciech Dziedzic, il disegno luci Ge’ Wegman.
Nel doppio cast dell’opera Giuseppe Tommaso ed Enrico Maria Piazza (Robin Hood), Martina Tragni (Lady Marian), Alexandra Ionis (La nutrice di Lady Marian), Alberto Petricca (Lo Sceriffo di Nottingham), Matteo Torcaso (Frate Tuck), Lorenzo Mazzucchelli (Re Riccardo), Tigran Melkonyan (Little John), Guido Dazzini (Will The Red), Andrea Piazza (Brian Clough).
È un Robin Hood cantante quello che ci attende: si traveste da mendicante e da vecchio eremita per beffare lo sceriffo, inneggia alla libertà, confessa il suo amore a Lady Marian che lo ricambia appassionatamente, libera i suoi compagni catturati e condannati a morte, difende il popolo davanti a Re Riccardo. E insieme a Robin cantano gli altri personaggi della storia, con il testo di De Vivo e la musica di Dall’Ongaro, che scrive «un’opera per i nostri tempi - afferma il librettista -, dal ritmo veloce e incalzante, che sembra giocare con la musica di ogni tempo, suscitando il ricordo di antiche ballate, arie d’opera, canzoni d’autore, inni nazionali e danze popolari». La storia media tra leggende inglesi, romanzi scritti da Dumas nell’Ottocento, film e la fantasia degli autori.
«Credo che Robin Hood - spiega Michele Dall’Ongaro - sia stato il primo libro che ho letto (per mia scelta, dopo Pinocchio, testo obbligato, allora, in prima elementare). Il personaggio di Robin è l’unico che ha un tema tutto suo (che ritorna verso la fine, durante un’altra apparizione in incognito), una roba un po’ western. Quando arriva potrebbe essere una sorta di Clint Eastwood medievale e dopo un po’ scopriamo di che pasta è fatto. Quanto alla musica dell’opera, ho creato qualcosa che mi riportasse a quei ricordi di gioventù, a quel clima di spensierata allegria, a quello scanzonato, ludico e irresponsabile disimpegno, a quella brama - perennemente insoddisfatta - di sfogare le energie che hanno i bambini, sempre caricati a molla e pronti a buttarsi nella mischia, esattamente come Robin Hood e i suoi inseparabili amici».
«Robin Hood non è solo un eroe leggendario appartenuto ai tempi antichi - dice il regista di Marcel Sijm -, ma dovrebbe diventare un eroe contemporaneo. Con la distanza sempre più drammatica tra chi possiede tanto e chi non ha nulla per vivere, propria dei nostri tempi, avremmo bisogno di creare un nuovo Robin Hood. L’arte può fare molto in tal senso ed anche se non è in grado di cambiare materialmente il mondo, può tuttavia fornire spunti di riflessione e molte idee ai giovani che forse saranno in grado di farlo in futuro: dunque, l’obiettivo davvero importante da raggiungere è stato entrare nella loro fantasia».