Sabato 06 Settembre 2025 | 20:38

Non solo turismo: bisogna innovare: Puglia in controtendenza rispetto al Sud, secondo Svimez

 
Barbara Politi

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Barbara Politi

Non solo turismo: bisogna innovare: Puglia in controtendenza rispetto al Sud, secondo Svimez

Ma ora il salto di qualità: «Non bastano solo i bed & breakfast per fare turismo, ma serve rafforzare la filiera strategica e introdurre elementi di innovazione»

Venerdì 28 Giugno 2024, 09:29

«Dal B&B all’R&D. Non bastano solo i bed & breakfast per fare turismo, ma serve rafforzare la filiera strategica e introdurre elementi di innovazione». Inizia con una sorta di provocazione la narrazione di Luca Bianchi, direttore generale Svimez, che nel suo report, alla platea intenazionale di «Puglia, a way of life», ha messo in evidenza un primo, importante, dato: «Nel post Covid, ovvero nel range 2019/2023, la regione più dinamica d’Italia è stata proprio la Puglia, cresciuta nel PIL del 6,1%. Dato interessante, soprattutto se confrontato con le precedenti fasi post crisi (2008, per esempio), in cui tutte le regioni del Mezzogiorno hanno mostrato evidenti difficoltà di ripresa». La crescita è stata importante, aiutata dai fondi di coesione, «che la Puglia ha speso tutti e anche bene». Saltata la tradizionale dicotomia Nord-Sud, dunque, c’è oggi una geografia economica molto più complessa, anche sotto il profilo dell’occupazione, cresciuta in modo significativo in tutto il Mezzogiorno, «in una pluralità di settori, ripartiti fra quelli più tradizionali e quelli innovativi». Si sviluppano anche i servizi avanzati di qualità, specialmente nell’edilizia e nelle attività di alloggio e ristorazione, così come nella comunicazione e nelle attività digitali. «La Puglia, insomma, è una regione che ha ampiamente superato i livelli del 2019, con un contributo straordinario e forte del sistema turistico, ma non solo», ha spiegato Bianchi, che ha evidenziato come i tempi siano anche maturi per «un approccio industriale alla gestione del sistema turistico, culturale e manifatturiero, al fine di attirare gli investimenti esteri, alimentare i processi di internazionalizzazione e aumentare le competenze qualificate». Nonostante l’importante sviluppo del settore dei servizi turistici, la Puglia resta però ancora una regione industriale, con circa «un quarto del complesso del manifatturiero in loco». Non solo, nella regione un’impresa su tre è smart, nei settori dell’agroalimentare, del Made in Italy, della moda e dell’arredamento, delle ferrovie e dell’aerospazio, su un nucleo di ventimila imprese innovative. Valore aggiunto, le diverse specializzazioni nei molti comparti che intrecciano la qualità della vita e il Made in Italy – ha spiegato ancora il referente dell’associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno – «con una predominanza dell’agroalimentare, connesso alla capacità di rafforzare le specificità territoriali». Dati positivi, ma non risolutori, ha concluso Bianchi, «poiché ci sono degli elementi di arretratezza su cui intervenire, ad esempio il calo dell’occupazione legata a quello della natalità». Conclusione? «Le priorità sono senza dubbio puntare sulle specializzazioni strategiche, accompagnare lo sviluppo delle imprese innovative, investire per innovare i settori tradizionali e colmare i divari di cittadinanza», ha concluso il direttore.

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