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Le Zes e gli investimenti agevolati: in Puglia ancora «liberi» 350 ettari

 
Nicola Pepe

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Nicola Pepe

Le Zes e gli investimenti agevolati: in Puglia ancora «liberi» 350 ettari

C’è grande interesse su aree per realizzare piattaforme logistiche. Ma serve sbloccare altri territori. Attesa per il «dpcm» sulle riperimetrazioni

Giovedì 23 Febbraio 2023, 12:18

L’interesse c’è, ma servono risposte. La Zone economiche speciali (ZES), sono considerate una opportunità: varate 5 anni fa con una norma ad hoc, ne sono state istituite otto, due delle quali ricadono in Puglia: la «Zes Adriatica», che investe tutto il territorio regionale (tranne il Tarantino) e la regione Molise; e la Zes Ionica, che abbraccia l’area di Taranto e la Basilicata. Le due strutture commissariali di Governo si sono insediate dopo l’estate scorsa costitutendo una opportunità per le imprese nazionali ed estere.

Ma il «rodaggio» sta facendo emergere non poche necessità di adeguare lo strumento alla situazione reale del territorio. Il vantaggio delle Zes, infatti, consiste in agevolazioni fiscali (dal 25 al 35 o al 45% di credito d’imposta fino a 100 milioni di euro, a seconda che si tratti di grande, media o piccola impresa) per finire alla cosiddetta burocrazia «amica delle impresa» grazie ad iter veloci garantiti proprio dalla norma speciale.

Tuttavia, gli investimenti sono possibili solo ed esclusivamente in quella aree attualmente perimetrate come tali: e questo è frutto di un lavoro fatto alcuni anni fa dalle Regioni Puglia, Basilicata e Molise, che tra il 2018 e il 2019 hanno individuato i territori in cui far ricadere i suoli Zes, poi confluiti in autonomi Dpcm. Inutile dire che, anche recentemente, è emersa la necessità di rivedere tale perimetrazioni, in alcuni casi fatte sovrapponendo una cartina sulle aree industriali o seguendo un po’ le logiche del «campanile» o degli «endorsement» politici territoriali. Una situazione che ha provocato non pochi squilibri anche su territori contigui, come ad esempio Gravina e Altamura dove esiste un rapporto di suoli ZES pari di 20 a 1.

In questi mesi, tema Zes ha rappresentato fonte di ampio confronto sui territori che hanno rivendicato, chi più chi meno, la necessità di avere un posto a tavola. Si è assistito a delibere di consiglio comunale, istanze libere da parte di soggetti privati e anche un impulso dalle organizzazioni di rappresentanza delle imprese: tutti reclamano a gran voce la «riperimetrazione» di quelle aree non ancora assegnate (in Puglia, tra le due Zes, sarebbero «liberi» 350 ettari), nonché la revisione di quelle attuali che presentano errori evidenti: aree esistenti ma non segnalate sulle cartografie, oppure la localizzazione di particelle sulle strade statali dove è impensabile realizzare capannoni.

Da mesi si aspetta un decreto della Presidenza del Consiglio che dovrebbe mettere in moto tale nuova procedura di revisioni delle aree, affidate ai commissari straordinari del Governo (in Puglia sono due, Manlio Guadagnuolo per la Zes Adriatica e Floriana Gallucci per la Zes Ionica). Il governo Draghi, prima del «congedo», aveva varato il provvedimento, a sua volta sdoganato anche dalla Conferenza Stato Regioni. Ma poi l’iter si è fermato..

Recentemente, la Zes è salita alla ribalta anche per la vicenda della vertenza Baritech: il commissario, partecipando a un vertice in Prefettura a Bari, ha comunicato la possibilità di favorire eventuali investitori interessati cui aprire le porte della Zes in cambio della salvaguardia dei posti di lavoro. Possibilità che, però, deve fare i conti con la «riperimetrazione» (il sito industriale non ricade in area Zes), al momento non consentita, per l’assenza del Dpcm che dovrebbe disciplinare la revisione delle aree. Il superministro del Pnrr e politiche Coesione, Raffaele Fitto, che ha la delega sulle Zes, finora non si è espresso sul tema dando priorità alla complessa macchina del Pnrr: con il «dl» semplificazioni di una settimana fa, però, oltre a una serie di snellimenti burocratici, ha messo «in liquidazione» l’Agenzia per la Coesione Territoriale, struttura creata circa 10 anni per volontà dell’ex ministro Barca, con l’intento di trasferire le competenze sulle Zes a Palazzo Chigi. E probabilmente servirà un provvedimento normativo di raccordo visto che il Dpcm-regolamento sulle Zes (la cui durata è di 14 anni), prevede una serie di attività periodiche dell’Agenzia che qualcun altro dovrà svolgere al posto suo.

Nel frattempo, però, l’attrazione della Zes è confermata da decine di istanze presentate in questi mesi dalle aziende interessate ad investire in tali aree. La Zes Adriatica ha rilasciato diverse «autorizzazioni uniche» (un provvedimento omnicomprensivo che sostituisce ogni tipo di permesso per intenderci) consentendo così l’avvio di importanti investimenti anche nel giro di sei giorni.

E’ quanto accaduto a Molfetta dove il Commissario della Zes Adriatica, Guadagnuolo, ha rilasciato l’autorizzazione unica alla «L.I.S.A. spa», società barese della logistica per un investimento di 32 milioni di euro e una ricaduta occupazionale di 600 nuovi posti di lavoro.

A Grottaglie invece, il commissario della Zes Ionica, Gallucci, ha rilasciato l’autorizzazione unica all’azienda Brick società immobiliare del gruppo Conad per un investimento di 14 milioni su un’area di 21.000 metri quadri di cui 8.500 coperti, per la realizzazione di una piattaforma logistica per il fresco (previsti a regime 54 posti di lavoro).

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