Sabato 06 Settembre 2025 | 06:30

Gli Ori di Taranto volano a Città del Messico

 
ALESSANDRO SALVATORE

Reporter:

ALESSANDRO SALVATORE

Gli Ori di Taranto volano a Città del Messico

In mostra diadema e scettro del III secolo a.C.

Martedì 16 Luglio 2024, 08:00

TARANTO - A distanza di 14 anni da quando volarono all’Expo di Shangai, gli Ori di Taranto tornano ad essere ambasciatori della cultura italiana. Il Museo archeologico nazionale del capoluogo jonico ha infatti reso noto che due reperti della sua collezione nota nel mondo, parte del corredo di una giovane donna daunia di rango regale, custoditi all’interno della collezione del MArTA, sono in esposizione a Città del Messico per celebrare la tappa finale della mostra «Forme e colori dell’Italia preromana. Canosa di Puglia». Quello in programma al Museo Nacional de Antropologia, dal 12 luglio al 29 settembre, costituisce l’ultimo appuntamento dell’ambizioso programma «Il racconto della bellezza», realizzato in collaborazione tra la Direzione generale musei del Ministero della Cultura e la Direzione generale Diplomazia pubblica e culturale del Ministero degli Affari Esteri, che mira a promuovere all’estero il patrimonio culturale italiano, e che ha già fatto tappa a Buenos Aires e San Paolo.

La mostra, curata dal direttore generale Musei prof. Massimo Osanna e dal dott. Luca Mercuri, realizzata in collaborazione con la Direzione regionale Musei Puglia e il Museo di Taranto, è una narrazione coinvolgente di un’importante civiltà italica come quella dei Dauni, ma anche un saggio dell’archeologia pugliese e degli scambi e degli intrecci di culture che è in grado di testimoniare. Il tesoro dei monili esposti permanentemente nel loro ottimo stato di conservazione al MArTA, infatti, testimoniano l’eccellente arte orafa in voga in età Ellenistica tra IV e II secolo avanti Cristo. A quel tempo il Tarantino era un autentico «distretto dell’oreficeria», che con molta probabilità aveva come fonte d’ispirazione oggetti provenienti dalla Grecia.

A Città del Messico la collezione del MArTA sarà rappresentata da due pezzi: il diadema in oro e lo scettro in oro rosso provenienti dalla tomba degli Ori di Canosa (fine III-inizi II secolo a.C.), rinvenuti casualmente nel 1928 in una struttura funeraria ipogea, che completavano il corredo regale di una giovane aristocratica daunia, il cui nome Opaka Sabaleida è inciso su una teca in argento a forma di conchiglia, esposta, come il resto del corredo, nel Museo archeologico di Taranto. Le produzioni esportate rimandano al lavoro artigianale all’epoca attuato dagli orafi dell’ex colonia spartana, i quali realizzarono per i ceti emergenti di area indigena della Daunia veri e propri capolavori, simboli della regalità antica.

Tali reperti confluiscono nella globale esposizione che proviene dai depositi e dalle collezioni di alcuni dei principali musei della Puglia, il Museo Archeologico Nazionale di Canosa di Puglia, il MArTA, il Museo Archeologico di Santa Scolastica di Bari, nonché della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Barletta-Andria-Trani e Foggia e della Soprintendenza Nazionale per il patrimonio culturale subacqueo. In mostra sono presenti anche reperti recuperati nel tempo durante le operazioni di contrasto al commercio clandestino di beni culturali condotte dal Comando Carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale.

L’esposizione presente al Museo Nacional de Antropologia illustra un momento significativo della storia dell’Italia antica, precedente all’unificazione portata a termine da Roma, e si concentra sui Dauni, una popolazione che abitava l’area settentrionale dell’attuale Puglia e parte della Basilicata. È un onore per il Museo archeologico di Taranto far parte di questo progetto - spiega la direttrice del MArTA Stella Falzone - perché attraverso queste mostre internazionali riusciamo ad essere ambasciatori della ricchezza e della storia del nostro territorio».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)