Modi semplici, ruvidi, ma densi, profondi, sofferenti. Capace di dare grande consolazione, conforto e forza a come di strigliare chi si avvicinava a lui come a un talismano. Lo ha ricordato Renzo Arbore nel piangere a sua volta Pippo Baudo, con lui salito fin su quella roccia a chiedere. Si rinnova anche quest’anno il culto per Padre Pio con le iniziative legate alle celebrazioni per la sua morte; lì su quella roccia dove volle edificare la casa sollievo della sofferenza. Vicino ai malati, ai sofferenti, agli ultimi. Lui così sofferente nel corpo, con la sua difficoltà di respirare, a dare conforto a chi stava peggio; e parla di un mondo di malattia accettata con coraggio la strumentazione per facilitare l’ossigenazione, nella sua celletta come tra i cimeli. Dove un fazzoletto, un alambicco, una bombola di ossigeno, una vecchia sedia, una stola, delle scarpe ruvide sono lì a ricordarci cosa significhi uno spirito semplice e grandioso allo stesso tempo. In questi giorni si dovrebbe restituire al frate delle stimmate e alla sua forza nell’operare miracoli un gesto di fede genuina e sincera, come fu la Sua che portò come primo beneficio proprio quel ristoro dalla sofferenza in un luogo arroccato e impervio.
Zona difficile e isolata; eppure Lui riuscì a edificare Casa Sollievo pietra dopo pietra, con sguardo attento, preghiere e azioni; le stesse che in Suo onore portano a questa settimana che culmina con le celebrazioni del 23 settembre che vedono radunati pellegrini e fedeli di varie nazionalità a rendere omaggio al frate he ha saputo fare della sofferenza un atto di Grazia. Anche in una declinazione laica ci sarebbe bisogno di questo approccio per recuperare speranza e visione che sembrano offuscate da un quotidiano umano troppo umano, privo di qualsiasi concessione filosofica; semmai crudo nella sua prosaicità. I garganici e non solo, che tanto culto riservano a Padre Pio, lo sanno bene. Profuma sempre di miracolo questa terra capace di grandi cose e di risollevarsi da tanti drammi che non tolgono mai nulla all’aura di fede che spira. Qui come a Pietrelcina come in quel piccolo angolo di mondo che è il convento di Sant’Anna di Foggia, sosta di Padre Pio ancora nota a tanti foggiani delle generazioni passate che, ora anziani, si ricordano di Lui e di ciò che è stato capace di trasmettere in tanti cuori sofferenti. Che un omaggio salga a Padre Pio, figlio a tutti gli effetti acquisito di una terra sempre bisognosa.