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Matteotti e Grottaglie l’errore a cui rimediare

 
GIUSE ALEMANNO

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GIUSE ALEMANNO

Matteotti e Grottaglie l’errore a cui rimediare

La consegna del telegramma un secolo dopo

Sabato 19 Ottobre 2024, 23:46

Giacomo Matteotti fu ucciso da una squadraccia fascista capeggiata da Amerigo Dùmini, composta da Albino Volpi, Giuseppe Viola, Augusto Malacrìa e Amleto Poveruomo. Furono arrestati, condannati e amnistiati. Due mesi dopo il processo, gli assassini erano di nuovo in libertà. Doni del Duce.

Matteotti fu un coraggiosissimo oppositore del regime fascista. Denunciò in Parlamento le violenze, i soprusi e i brogli elettorali dell’aprile 1924. Questo gli costò la vita. Matteotti fu rapito e ucciso il 10 giugno 1924; il suo corpo venne ritrovato il successivo 16 agosto, nel bosco della Quartarella, a una ventina di chilometri da Roma. Cento anni fa, a Grottaglie, si riunì per ben due volte il Consiglio Comunale del tempo affinché decidesse se inviare o meno un telegramma di condoglianze alla famiglia Matteotti. Fumata nera: il telegramma non sarà mai inviato. Dopo un secolo, la comunità grottagliese pone riparo, grazie all’impegno della sezione Anpi della Città delle Ceramiche, presieduta da Anna Maria D’Erchie.

Quel telegramma mai spedito sarà finalmente consegnato a Elena Matteotti, nipote di Giacomo, in una manifestazione che segnerà Grottaglie di antifascismo i prossimi 24 e 25 ottobre. Bene così.

Grottaglie, però, non è nuova a queste ‘stranezze’. L’ultima disavventura che colpì ‘Salò o le 120 giornate di Sodoma’ di Pier Paolo Pasolini prese partenza proprio da Grottaglie, città in cui il film fu sequestrato nel giugno 1977, per ordine del pretore Boccuni. Bisognerà aspettare il 2015 - e l’impegno di un raffinato uomo di cultura come Alfredo Traversa - per sanare questo strappo. La visione di ‘Fermata Pasolini’ proprio nel cinema ‘Vittoria’, luogo dove avvenne l’infelice sequestro, riconciliò la comunità grottagliese con la memoria dello straordinario e controverso intellettuale italiano, nato nel quartiere Santo Stefano, a Bologna.

Viviamo un’epoca in cui queste riconciliazioni sono significative. Perché non si dimentichi, perché è importante che le giovani generazioni sappiano, perché non ci capiti di ricadere negli stessi errori: ogni forma di regime e di censura rappresenta un male esiziale della democrazia. Ma gli esempi virtuosi di Grottaglie danno luce anche a un altro aspetto: si può porre riparo agli errori del passato. Una comunità matura e consapevole, capace di guardarsi allo specchio, può riuscire a metabolizzare e a rimediare agli sbagli della propria Storia.

È una grande e profonda lezione di civiltà.

Grazie, Grottaglie.

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