Non sempre un bravo medico è una brava persona ma sempre una brava persona è un bravo medico. Questo motto è una delle tante eredità che Nicola Brienza, professore ordinario di Anestesia e Rianimazione e direttore dell’unità operativa complessa di Anestesia e Rianimazione 1 del Policlinico di Bari, lascia ai suoi studenti. Sono passate poche ore dalla sua prematura scomparsa e sono tantissime le testimonianze che raccontano la grandezza della sua presenza.
I dottori che sono stati suoi allievi si ritrovano oggi orfani di un maestro sorridente e saggio che tra le mura dell’ospedale, soprattutto negli ultimi due difficilissimi anni di lotta al Covid, era punto di riferimento. Riecheggiano i consigli, gli incoraggiamenti, i “dai, figlia” pronunciati nei momenti più sconfortanti della professione. E così ci si ritrova fratelli nella perdita di un padre che condivideva la sua esperienza invitando a non smarrire l’essenza nella tecnica. Leggerezza con profondità, centralità nella periferia, caos dentro il rigore, dubbio nella certezza, sfida con onestà, deviazioni verso la meta, gerarchia con empatia. Ci vuole un animo grande per abbracciare la complessità, le contraddizioni apparenti, le molteplici dimensioni della realtà, i punti di vista; per spiegare il consumo dell’ossigeno attraverso la mitica fiaba del mostro mangia-piselli. “Qual è stata l’ultima cosa che hai provato a insegnarmi, prof? Non era roba di Rianimazione, era qualcosa sulle emozioni negative, come cercare di gestirle. Ma adesso proprio non riesco a ricordare come.” Dietro la porta del suo ufficio pilastri fatti di tesi di laurea, nuvole di fumo di sigaretta, castelli di libri, una felpa con il polsino tagliato per passarci dentro il pollice.
“Che senso ha Prof, leggere i quotidiani alle 18 quando ormai le notizie a quell’ora sono già vecchie?” gli aveva chiesto un pomeriggio una giovane collega. “Figlia, il valore delle cose va oltre i fatti e certe notizie le devi far sedimentare per poterle capire davvero” aveva risposto.
La sua scomparsa improvvisa, Professore, è una di quelle notizie troppo difficili.