Anni fa, dopo un incidente in bicicletta, ho cominciato ad avere paura di un sacco di cose. Della velocità, delle altezze, dei rumori, degli spazi chiusi, insomma… di tutto. Mi tornava di continuo in mente il suono del vento, la sensazione precedente l’impatto quando avevo già capito che la macchina mi avrebbe investita e non potevo far altro che cadere al meglio, escogitare un metodo per proteggere la testa in quelle frazioni di secondo che a me erano parsi minuti dove il libero arbitrio era ancora possibile. Dopo mesi le ossa erano tornate a posto, le faccende legali erano state sbrigate ma la paura continuava a seguirmi ovunque. Così quando la madre del mio compagno mi aveva suggerito di recarmi dalla Signora Che Toglie La Paura, mi ero incredibilmente ritrovata ad accettare un appuntamento.
Fuori c’era la neve e la mia macchina procedeva lentissima, avrei fatto prima a piedi. La Signora Che Toglie La Paura mi aveva aperto la porta ponendomi una domanda, seria: «È spavento o è paura, la tua?» A me veniva da ridere ma, imitando il suo tono e sperando di non sbagliare opzione, avevo risposto «è paura». Mentre bevevo un intruglio frizzante in tre piccoli sorsi, mi disegnava sulla pelle delle croci immaginarie con le dita a tempo di preghiere. Sarei dovuta ritornare l’indomani e poi un’altra volta ancora e ce l’avremmo fatta. Non mi ricordo se il rituale prevedeva altro, ero troppo concentrata sui suoi capelli, sul divano in ecopelle, sui pavimento splendente e mi chiedevo «come si diventa la Signora Che Toglie La Paura? Non sarebbe male come professione per la carta d’identità». All’ultimo incontro l’avevo ringraziata infilandomi il cappotto ed evitando di dirle che la paura non mi era affatto passata. Mia suocera sostiene sia colpa mia, che non avevo fede.
In questi giorni di Tarantolate ripenso alla Signora Della Paura, a nonna che «taglia i vermi» contro i mal di pancia, alla nonna di Vale che ci toglie il malocchio al telefono, a quella di Sara che ha una formula magica anti mal di testa e penso che crederci o meno non importa, le streghe sanno essere dolcissime.