Sabato 18 Ottobre 2025 | 19:43

Rigassificatore British Gas dice addio a Brindisi Vendola: che pretese la società

Rigassificatore British Gas dice addio a Brindisi Vendola: che pretese la società

 
Rigassificatore British Gas dice addio a Brindisi Vendola: che pretese la società

Martedì 06 Marzo 2012, 13:25

03 Febbraio 2016, 00:35

BRINDISI – British Gas dice addio a Brindisi. Dopo undici anni di attesa per autorizzazioni e permessi mai concessi dalle autorità italiane, la società inglese abbandona il porto brindisino dopo che dal 2001, con un investimento di circa 400 milioni di euro, tenta di costruire un rigassificatore di gnl (gas naturale liquefatto). Un’opera importante dalla capacità di otto miliardi di metri cubi annui, che doveva essere pronta entro la fine del 2008 e prevedeva un impegno medio di 500 addetti, fino ad un massimo di mille. 

Non se ne farà più nulla per diversi motivi. Primo fra tutti l’infinito braccio di ferro con gli enti locali, contrari al rigassificatore, poi per la mancata convocazione da parte del governo della conferenza dei servizi. 

“La casa madre delusa e scoraggiata dall’infinito braccio di ferro con le autorità italiane ha deciso di riconsiderare dalle fondamenta la fattibilità dell’investimento”, ha spiegato al Sole 24 Ore l'ad di British Gas Italia, Luca Manzella, annunciando che da oggi tutte le attività dell’azienda inglese sono chiuse e che è stata chiesta la mobilità per i 20 dipendenti, nonostante i 250 milioni di euro già investiti. 

“Noi pensiamo – sottolinea Manzella – che il governo Monti, così come si rivolge agli investitori finanziari, dovrebbe inviare messaggi altrettanto chiari e rassicuranti anche agli investitori industriali, che hanno un enorme bisogno di certezze. Sul piano internazionale infatti si ha la netta percezione che l’investimento sia rischioso”. 

Considerazioni alle quali ha risposto oggi il ministro dello Sviluppo, Corrado Passera: “Sto andando a fondo – ha detto - per capire quanto sia responsabilità di procedure effettivamente inaccettabilmente lunghe o se ci siano anche altri tipi di problemi”. Un aiuto sulla vicenda potrebbe arrivare dalla legge delega sulle grandi opere: “Potrebbe – ha risposto il ministro -, è un tema su cui ormai stiamo lavorando da alcuni mesi”. 

Sulla decisione di Bg di gettare la spugna è intervenuto anche il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, secondo il quale si tratta di “una decisione della British Gas, non è nostro mestiere quello di procacciare opportunità di investimento ad imprese”. Ma, osserva il ministro, “quello che possiamo fare è cercare di fare in modo che le procedure di autorizzazione di progetti e investimenti avvengano in tempi certi; questo già sarebbe un gran passo avanti per il Paese”. 

Un passo avanti nel quale British Gas sperava nel lontano 25 settembre 1999, quattro anni prima del completamento del progetto di rigassificatore, quando l’allora sindaco di centrosinistra di Brindisi, Giovanni Antonino, firmò una lettera 'segretà con la quale impegnò il Comune, all’insaputa di tutti, a dare il via libera all’opera. Antonino, così come tre top manager di Bg Italia, nel febbraio 2007 fu travolto dallo scandalo per la tangente da 360 milioni di lire pagatagli da Bg per l’autorizzazione a realizzare l’impianto. 

Poi ci sono le ostilità degli enti locali, prima tra tutte quella del presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, che ha sempre promesso che la vicenda del rigassificatore di Brindisi avrebbe segnato “una sconfitta cocente per gli inglesi”. 

“Se pensano di vincere la partita – disse Vendola nel giugno 2010 – con un’autorizzazione come quella che può giungere dal ministero dell’Ambiente, si stanno illudendo. Brindisi diventerà per loro come le sabbie mobili. Perchè tutti gli enti, sicuramente la Regione, sicuramente il Comune ma penso anche la Provincia, daranno vita ad azioni concrete, anche in sede giudiziaria, per impedire alla Brindisi Lng di fare ciò che la città non vuole”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)