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Business eolico Cimici nei fischietti per spiare Losappio

 
Business eolico Cimici nei fischietti per spiare Losappio

Venerdì 15 Aprile 2011, 09:31

02 Febbraio 2016, 23:10

di GIOVANNI LONGO
di MASSIMILIANO SCAGLIARINI

BARI - Per alcuni mesi, da gennaio-febbraio e fino a giugno 2009, una microspia della Finanza ha tenuto sotto controllo lo studio dell’allora assessore regionale all’Ecologia, Michele Losappio. Proprio mentre le cimici dei carabinieri monitoravano l’ufficio di Alberto Tedesco, la procura di Bari aveva dunque in atto un’altra indagine su un componente della giunta Vendola. E dalla somma algebrica di questi due accertamenti potrebbe essere nato il collegamento tra sanità ed energie rinnovabili su cui i pm hanno lavorato in segreto negli ultimi mesi.

Il nome di Michele Losappio, all’epoca esponente di Rifondazione Comunista, oggi transitato a Sel, al momento non dovrebbe essere coinvolto nell’indagine. E le cimici piazzate dalla Finanza negli uffici alla zona industriale di Bari potrebbero essere state più d’una. Fu lo stesso assessore, a quanto risulta, a scoprire la microspia: era stata nascosta all’interno di un fischietto di terracotta che si trovava su uno scaffale. Della circostanza - confermano alla «Gazzetta» fonti qualificate - fu peraltro informato il governatore Nichi Vendola, che suggerì di non effettuare alcun intervento di bonifica.

L’interesse dei magistrati per gli uffici dell’Ecologia potrebbe essere collegato al rilascio delle autorizzazioni ambientali per gli impianti eolici, all’epoca ancora di competenza della Regione. In particolare, gli accertamenti sarebbero partiti da alcuni imprenditori attivi in Salento, molto vicini alla politica e in rapporti stretti con personaggi già incappati nelle indagini sugli appalti nella sanità. Un corto circuito su cui, a quanto pare, i magistrati hanno voluto capire di più.

«Sapevamo di essere “attenzionati” - conferma Losappio - ma non avevamo nulla da nascondere, e soprattutto abbiamo voluto evitare polemiche simili a quelle che si stanno verificando in questi giorni per la Regione Lazio». Losappio, oggi consigliere regionale, fu tra i protagonisti del rimpasto di giunta deciso da Vendola il 5 luglio 2009, quello che escluse il vicepresidente (poi arrestato) Sandro Frisullo. Ma lui, Losappio, che dall’Ecologià passò al Lavoro, esclude che la decisione possa essere stata dovuta alle indagini in corso. «I motivi - racconta - furono esclusivamente politici. Il 5 luglio mi fu confermata la delega all’Ecologia, tanto che il giorno successivo partecipai a un incontro a Roma. Poi, la necessità di far entrare in giunta un moderato in rappresentanza di Casini (Stefàno, ndr) portò il presidente a escludere dalla giunta Marco Barbieri. Nichi pensava di affidare la delega al Lavoro a Gianfranco Viesti, e questo causò le perplessità della Cgil: il segretario regionale chiese a Vendola di lasciare il Lavoro a un esponente di sinistra. Così fui chiamato io: in un primo momento dissi di no, poi di fronte alle insistenze di Fratoianni e Vendola e dopo essermi confrontato con mia moglie, decisi di accettare. Fu la scelta giusta».

Su eolico e fotovoltaico stanno indagando tutte le procure pugliesi, compresa la Dda: decine di fascicoli, dal riciclaggio alle infiltrazioni della criminalità organizzata, alle procedure autorizzative. A marzo, davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta sui rifiuti, il procuratore Laudati parlò proprio della compravendita delle autorizzazioni: «Ritengo - disse a verbale - ci sia un legame politico con alcune strutture, che produce questo tipo di attività».

Il rimpasto di giunta di luglio 2009 portò la delega all’Ecologia nelle mani di Onofrio Introna, adesso presidente del consiglio regionale. Oggi, nel Vendola-bis, l’assessorato è retto da Lorenzo Nicastro, pm in aspettativa della procura di Bari. Che tra i primi atti da assessore ha chiesto di cambiare tutti i mobili dello studio. Solo coincidenze.
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